venerdì 22 ottobre 2010

Premier League Rooney, minacce e firma Altri 5 anni al Manchester

Il colpo di scena dopo la nottata di paura per il giocatore. Decine di ultrà incappucciati del Manchester United avevano assediato la residenza dove all'interno c'erano la moglie e il figlio

LONDRA - Forse è stata tutta una sceneggiata, un gioco al rialzo, un bluff per alzare la posta e l'asso calato soltanto alla fine. Oppure bisogna concludere che le minacce di morte hanno avuto più effetto delle sfuriate di Alex Ferguson, per convincerlo a smettere di fare i capricci e restare al suo posto. Come che sia, un divorzio che sembrava sul punto di scatenare una gara tra le squadre più ricche del mondo, Real Madrid e Chelsea, Manchester City e Inter, per aggiudicarsi Wayne Rooney, stanco di restare al Manchester United, si è concluso con un ennesimo colpo di scena con l'annuncio che il giocatore ha rinnovato il contratto per altri cinque anni (dunque fino al 2017, l'attuale scade nel 2012) con il club allenato da Ferguson. "Sono deliziato", è stato il commento dell'attaccante. Un po' meno deliziati quelli che pensano di essere stati presi in giro, o tutti coloro che possono nutrite il legittimo sospetto che, ancora una volta, la violenza influisce sullo sport, dentro o fuori dal campo.

Facciamo un piccolo passo indietro. "Gioca nel City e sei morto". La minaccia, esibita su uno striscione, è seria, anche perché a portarla ieri sera davanti a casa di Wayne Rooney sono una quarantina di ultrà del Manchester United, incappucciati e armata di balaclava. La folla assedia la residenza del giocatore, che era all'interno con il figlio e la moglie Coleen, con la quale sembra essersi riappacificato dopo la sua avventura con una escort. I tifosi suonano più volte il campanello,
intimandogli di uscire per spiegare i motivi della sua decisione di lasciare lo United. E per intimargli di non farlo, in particolare di non passare all'altra squadra di Manchester, gli odiati rivali del City.

"Non crediamo a quelle che Rooney ha descritto come le sue ragioni per lasciare il Manchester United", afferma uno degli ultrà, secondo quanto riporta oggi il Sun, che mette in prima pagina la foto della folla minacciosa che assedia la casa del giocatore, in una delle zone residenziali più lussuose della città. "Vogliamo risposte. Se lui va a giocare nel City, esploderemo e torneremo a fargli una visitina".

Rooney non apre, tantomeno risponde, ma comprensibilmente spaventato telefona al servizio di sicurezza privato del Manchester United, che invia subito sul posto sei guardie. Nel frattempo un suo vicino di casa avverte la polizia, che a sua volta invia varie auto di agenti, i quali ordinano ai dimostranti di andarsene, pena l'arresto per minacce e disturbo della quiete pubblica. E dopo un po' la folla si disperde. Ma un'auto della polizia e una del servizio di sicurezza del club rimangono a fare la guardia all'abitazione del giocatore.

L'incidente segue un'apparente rivolta, secondo le indiscrezioni dei giornali, dei compagni di squadra di Rooney, che avrebbero chiesto all'allenatore, Alex Ferguson, di non fare più giocare l'attaccante. Nella sua dichiarazione pubblica per spiegare le decisione di lasciare i Red Devils, infatti, Rooney aveva detto nei giorni scorsi che il managment non gli aveva offerto garanzie sufficienti che la squadra sarebbe stata rafforzata abbastanza per continuare a competere ad alto livello. "Se per lui non siamo abbastanza buoni, lui non è abbastanza buono per noi", avrebbero risposto vari giocatori.

Cionostante, nella mattinata di oggi circolano voci di un nuovo tentativo della società di riaprire il negoziato con Rooney per rinnovargli il contratto, che scade nel 2012, e per tenerlo dunque allo United. La stampa britannica riporta anche l'interesse dei club che potrebbero acquistarlo se, come lui ha detto chiaramente e come Ferguson ha confermato, se ne andrà, forse già a gennaio: dal Real Madrid al Chelsea, dall'Inter al Manchester City. Un giornale riferisce l'invito di un altro transfuga dal Manchester United, l'argentino Carlos Tevez, passato al Manchester City di Roberto Mancini, che manda a dire a Rooney: "Vieni anche tu nel City e vinceremo tutti". Ipotesi che rovescerebbe i rapporti di forza tra i due storici club di Manchester. Ma che forse metterebbe Rooney in pericolo di vita, dopo le minacce di ieri sera.

Fatto sta che, intorno all'ora di pranzo, le televisioni danno una "breaking news", una notizia clamorosa: il negoziato è effettivamente ripreso e, in un batter d'occhio, Rooney ha rinovato il contratto fino al 2015. Spiega in un comunicato il giocatore: "Ho ricevuto dai dirigenti l'assicurazione che la squadra continuerà a investire al massimo per puntare a conquistare nuovi trofei. Sono stato convinto che questo è il club dove devo continuare a giocare. Mi dispiace che i tifosi si siano sentiti abbandonati da me, sulla base delle voci rimbalzate sui media nei giorni scorsi. Ora sta a me dimostrare il mio valore e il mio attaccamento alla United sul terreno di gioco". Commenta Ferguson, che l'altro giorno aveva in pratica descritto Rooney come un "ragazzo viziato" e che era apparso pronto a fare a meno di lui: "Sono soddisfatto, il giocatore si è scusato con me e con i compagni di squadra". Tutto è bene quel che finisce bene? (22 ottobre 2010)

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