mercoledì 15 dicembre 2010

GIAPPONE Tokyo contro il sesso estremo dei manga.

Giro di vite sui fumetti troppo violenti. Industria e artisti parlano di
censura

MILANO – Stop a manga e anime troppo spinti. Tokyo si scaglia contro i fumetti
piccanti e spesso bizzarri, famosi in tutto il mondo e celebrati dagli
appassionati del genere. Le acclamate strisce giapponesi con storie relative a
scene esplicite di sesso, ma anche stupri, incesti e altri crimini sessuali,
non potranno più essere venduti ai minori di 18 anni. Lo hanno deciso le
autorità della metropoli, che adesso vengono accusate dall'industria dei manga
di aver operato una vera e propria censura.

DIVIETO - I fumetti in Giappone sono una cosa seria. L'assemblea metropolitana
della capitale ha approvato nelle ultime ore un apposito regolamento per
frenare quella che ormai sembra sia diventata una tendenza fuori controllo e
(potenzialmente) pericolosa. Soprattutto per i più giovani. L'ordinanza
comunale, che entrerà in vigore dal prossimo luglio, vieta in sostanza la
vendita e la distribuzione di pubblicazioni considerate nocive e di materiali
che «stimolano la sessualità, incoraggiano la crudeltà e/o potrebbero portare
al suicidio o comportamenti criminali» alle persone con meno di 18 anni di età.
Nel mirino sono finiti i cosidetti sex comics che «esaltano eccessivamente gli
atti sessuali», quali stupri e altre violenze, o il sesso tra i famigliari.

LA PROTESTA - Il divieto non è affatto piaciuto ad autori ed editori. Che,
senza mezzi termini, parlano già di censura e condannano l'azione definendola
«una violazione della libertà di parola che frena innanzitutto la creatività».
Per cercare di mitigare le proteste le autorità di Tokyo hanno tuttavia incluso
una speciale clausola, non vincolante: l'ordinanza verrà infatti applicata
«attentamente», prendendo comunque in considerazione tutte quelle «forme di
espressione sociali e artistiche». Il provvedimento, che era stato proposto dal
governatore della città, il conservatore Shintaro Ishihara, prevede una multa
di 300 mila yen (circa 2.700 euro) per chi infrange la legge.

L'INTERVENTO DEL PREMIER - Nel frattempo dieci case editrici giapponesi, tra
queste la conosciuta Shueisha, hanno annunciato di voler boicottare il prossimo
Tokyo International Anime Fair, uno degli appuntamenti più importanti del
settore, in programma a marzo 2011 e sponsorizzato proprio dal governo
centrale. Nella polemica, che sta animando blog e forum, è intervenuto anche il
primo ministro giapponese, Naoto Kan. Dal suo blog ha chiesto «uno sforzo da
parte di tutti», sottolineando che «l'educazione dei giovani nipponici e la
promozione dei manga e anime a livello mondiale hanno la stessa importanza». Ha
aggiunto di sperare che la nota manifestazione di Tokyo non debba per questo
essere cancellata.

con corriere.it

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