giovedì 16 dicembre 2010

Scontri a Roma: Quei due incappucciati e il giallo del doppio fermo

Usano transenne, manette e manganelli. Studenti o provocatori?

Il minorenne identificato ieri era già stato bloccato durante gli scontri e poi liberato

ROMA - Il sospetto è nato esaminando foto e filmati degli scontri avvenuti ieri a Roma. E si è concentrato sull'atteggiamento di due giovani, entrambi con il cappuccio in testa e la sciarpa a coprire il volto, che si confondono tra i manifestanti ma si comportano come se appartenessero alle Forze dell'ordine. «Infiltrati in piazza», denuncia il Partito democratico. In realtà i politici del centrosinistra guidati da Anna Finocchiaro sembra vogliano alludere alla presenza nel corteo di veri e propri agenti provocatori. In serata la questura respinge in maniera netta l'accusa con una nota ufficiale e dichiara che uno dei due è stato in realtà «identificato, è minorenne ed è attualmente ricercato». Dopo un'ora arriva la notizia che la polizia lo ha arrestato. Rimane il mistero del doppio fermo, perché sono proprio le immagini a dimostrare come il ragazzo fosse già stato portato via durante gli scontri.

Per ricostruire quanto accaduto si torna dunque in via del Corso, nei momenti concitati di quella guerriglia urbana andata avanti per oltre tre ore. Si nota un uomo con i jeans, le scarpe da ginnastica e un giubbotto beige che in altre immagini compare con una pala in mano mentre colpisce un blindato della Guardia di finanza che fa marcia indietro per sfuggire alla furia dei dimostranti. Accanto a lui c'è sempre un altro uomo, più corpulento che indossa jeans, felpa grigia e giubbotto blu. Le telecamere li inquadrano mentre sono vicinissimi al finanziere che, dopo essere stato aggredito, ha impugnato la pistola. Quello vestito di blu gli cinge il collo quasi a sorreggerlo, come se volesse proteggerlo e aiutarlo a risollevarsi; l'altro osserva la scena dal marciapiede. Nelle mani ha un paio di manette e un manganello. I video lo inquadrano mentre lo agita senza però colpire nessuno. In un'altra sequenza si accanisce su un finanziere mentre è a terra.

Ci sono poi le immagini scattate davanti all'hotel Plaza. I due giovani trasportano insieme una transenna al fianco di un uomo che si protegge con lo scudo della Guardia di finanza. Chi è? Sembra un agente in borghese, però non si preoccupa di quei due che stanno alzando un muro di protezione contro le "cariche" e li lascia fare in indisturbati. Si tratta dunque di un manifestante che ha rubato lo scudo?

A questo punto bisogna andare avanti con il film della giornata e giungere fino al momento del fermo. È un video girato da "Youreporter" visibile sul sito internet del Corriere della Sera a mostrare quanto accade. Il giovane viene portato via da due poliziotti e mentre un terzo si avvicina comincia a gridare: «Sono minorenne». Non se ne sa più nulla fino a ieri, quando si scopre che è ricercato per l'aggressione al finanziere.

Perché non è stato trattenuto subito? Per quale motivo, nonostante gli scontri così violenti, si è deciso di lasciarlo andare. In questura spiegano che in realtà inizialmente non c'erano accuse specifiche e soltanto la visione delle immagini ha consentito di accertare il suo coinvolgimento nell'aggressione al finanziere. E poi fanno sapere che «ha 16 anni, una militanza nell'estrema sinistra e alcuni precedenti». Dettagli resi pubblici per smentire con decisione che possa trattarsi di un «infiltrato». Nulla si sa invece dell'uomo con il giubbotto blu che ha prestato soccorso al finanziere prima che i suoi colleghi in divisa lo portassero via con la testa sanguinante e lo sguardo perso, visibilmente sotto choc.

Durante i cortei è prevista la presenza in piazza di poliziotti e carabinieri in borghese che hanno il compito di «monitorare» per quanto possibile i manifestanti cercando di scongiurare pericolose degenerazioni. Si tratta di un'attività che viene affidata agli specialisti della Digos e del Ros proprio per le loro capacità particolari di gestire anche le situazioni di massima criticità. In questo caso i sospetti rilanciati dal Partito democratico riguardano la possibilità che tra quei giovani ci fossero veri e propri provocatori, appartenenti alle Forze dell'ordine travestiti da contestatori per «agitare» il clima e far salire la tensione. Ma è una circostanza che gli stessi promotori della protesta si affrettano a negare. Lo dice senza mezzi termini Andrea Alzetta, di Action che ammette come «la situazione sia sfuggita di mano anche a noi organizzatori perché in piazza c'erano ragazzini tra i 20 e i 25 anni e addirittura molto più piccoli, che hanno colto l'occasione per scatenare la propria rabbia. Ma se il Pd si inventa la presenza degli infiltrati vuol dire che non ha capito che cosa sta accadendo e soprattutto non conosce questa realtà giovanile, è distante dalle loro dinamiche e sta cercando un capro espiatorio».

Nicola Tanzi, segretario del sindacato di polizia Sap, chiarisce che «queste tecniche non sono più usate in ordine pubblico da almeno trent'anni e dunque ritengo si stia cercando di strumentalizzare la situazione, mentre sarebbe opportuno ricercare le radici di questo disagio e condannare con fermezza l'azione dei violenti». Ancor più chiaro è Claudio Giardullo del Silp-Cgil, secondo il quale «l'arresto del manifestante vestito di beige dovrebbe mettere fine alle illazioni. Non c'è alcun elemento per parlare di infiltrati e credo che in casi come questi ci voglia estrema prudenza».

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