sacrifici, attese e costi insostenibili. Oggi però a renderlo indimenticabile
nonostante la crisi ci pensa lo sponsor. Un modo per risparmiare senza
rinunciare a niente
Lo avete aspettato, sognato, anelato. Con un po' di ansia, molta gioia e tanta
impazienza: è il giorno del matrimonio . Da sempre le coppie che vogliono fare
il grande passo si preparano per il giorno più bello e più caro della loro
vita. Con sacrifici e privazioni. E' sempre stato così. Di questi tempi poi, lo
diventa ancora di più. Vuoi per i costi che lievitano,vuoi perché gli stipendi
delle coppie tendono ad assotigliarsi fino all'anoressia . Ma il colpo di
grazia al sogno di unione lo dà la crisi economica. Che fare in questi casi? Da
veri artisti del pragmatismo gli americani hanno risolto il problema a modo
loro: sponsorizzando il matrimonio . Pronunciare il fatidico "sì" sotto l'ala
protettrice di una marca di champagne o una boutique di vestiti non corrisponde
alla vostra idea di romanticismo ? Su, tranquilli. Avrete tutta la vita per le
cenette a lume di candela e le notti appassionate. E soprattutto non sarete
costretti ad accendere un mutuo solo per dire una semplice sillaba.
I costi di un matrimonio sono elevati, dai 15 mila euro in su: sono le cifre
indicate alla fiera Milano Sposi. Tra le spese da sostenere cè l'abito da
sposa, le bomboniere, il fotografo, il parrucchiere e i fiori. Senza
dimenticare il ricevimento in una location suggestiva , il buffet aperitivi in
piedi e il pranzo seduti, con tanto di vini, spumanti, liquori, fotografo,
musica e chi più ne ha più ne metta. Insomma la lista è lunghissima e potrebbe
non avere mai fine. Solo il conto in banca è limitato, anzi limitatissimo.
Negli Stati Uniti il matrimonio sponsorizzato è una realtà che ha più di
quindici anni di vita. In Francia è stato introdotto di recente e si sta
diffondendo sempre più, complice la crisi. In Italia sta cominciando a fare
breccia ora.
Ma chi pensa che il matrimonio sponsorizzato sia una gita di piacere si
sbaglia di grosso, ci si deve rimboccare le maniche perché c'è molto da fare.
Innanzitutto bisogna prepararsi ad affrontare il parere spesso negativo dei
parenti e le critiche di amici e conoscenti che non vedono di buon occhio
quella strana idea di sponsorizzazione di un evento considerato da molti come
un'esperienza molto intima e privata. Ma se siete ancora del parere di
procedere, dopo aver deciso la data si passa all'apertura di un blog nel quale
spiega cosa si intende fare. Ora però viene il grosso del lavoro: contattare le
attività commerciali come parrucchieri, stilisti, fotografi, servizi di
catering che conoscete e che potrebbero essere interessati all'iniziativa. È
importantissimo spiegare bene cosa vi aspettate da loro (sconto o gratuità del
servizio) e che tipo di visibilità siete in grado di offrire, in un giusto
equilibrio. Nessuno vorrebbe al proprio matrimonio (ma nemmeno a quello di un
altro) uno striscione di 5 metri con la scritta "Rosticceria Rossi", proprio
all'entrata del luogo dove si terrà la cerimonia. Certo che un blog messo su
con buon anticipo offre naturalmente spazio non solo alle foto di quel giorno
meraviglioso ma anche ai marchi e pubblicità degli sponsor.
E se qualche scrupolo vi assale nel vedere mischiati sacro e profano, sappiate
che l'idea piace a Jean-Marie Andrès, vicepresidente della Confederazione
nazionale delle associazioni delle famiglie cattoliche che ha approvato questa
tendenza: «In un'epoca in cui ci si sposa sempre di meno, trovo straordinario
il coraggio di queste coppie che anche di fronte a critiche e difficoltà non
rinunciano al loro progetto». E allora, cosa aspettate?
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