giovedì 23 dicembre 2010

Festival di Sanremo: serata patriottica

da Verdi a Battisti

Morandi: «Un grande mosaico
come il nostro Paese»
Il direttore Mazza:
«Benigni? Volentieri, ma gratis»

SANREMO
Sembra improbabile che le canzoni riescano a rimpiazzare il cemento molle che
in questo periodo storico tiene insieme l'Italia. Ma ben venga la serata
patriottica di giovedì 17 febbraio 2011 al Festival di Sanremo, già focolare
della tipica famiglia del nostro Paese; lì si celebreranno con un mese giusto d'
anticipo i 150 anni dell'Unità, con 14 brani Made in Italy di varie epoche ed
ispirazione, scelti senza un filo storico o artistico, con tutte le gioie della
casualità. Oltre a spezzare il rituale della gara (servendone tuttavia i
meccanismi di ripescaggio, col rischio di un bel minestrone), la puntata
troneggia con il titolo Nata per unire (come l'Italia, come la musica),
probabilmente inventato dopo il caos suscitato dall'idea di Morandi di proporre
Bella Ciao, subito seguita da quella di Gianmarco Mazzi di aggiungere
Giovinezza.

Ancora si contano i feriti dell'improvvido dibattito, ma di comune accordo i
due inni sono stati accantonati per favorire, appunto, l'unione: ieri, tra l'
altro, a Morandi è sfuggito di raccontare che molti artisti avrebbero cantato
volentieri Bella Ciao e nessuno Giovinezza ma tant'è, la questione è
seppellita. Morandi parlava, in viale Mazzini, nell'ambito di una conferenza
dove Nata per unire - serata cementata dalla beneficenza, cui andranno anche i
proventi di un disco dedicato, oltre a 2 euro per ogni telefonata di gradimento
- veniva presentata dalle massime autorità Rai: Masi e Garimberti, Mazza e
Mazzi, non mancava nessuno perché alla fine l'Italia sempre nostra è. Richiesto
di una ipotesi di presenza di Benigni per dar lustro al galà, il direttore
Mazza ha risposto: «Se viene gratis come da Saviano, volentieri». Se mai fosse,
ci scatenerebbe subito il tema di una seconda voce, come da dibattito
precedente.

«La selezione dei titoli è grandiosa, un degno modo di ricordarci che questo
grande mosaico che è il nostro Paese, con tutte le sue differenze, alla fine si
unisce e siamo tutti fieri di essere italiani», ha detto per tutti il Gianni
(che quella sera lì, potrebbe pure cantare qualcosa, come la sua professione
vorrebbe). I titoli annunciati c'entrano un po', tanto o niente con i
festeggiamenti patriottici.

Alcuni brani sono stati suggeriti dall'organizzazione, altri scelti dagli
artisti. Patty Pravo si cimenterà in Mille lire al mese (dicono sia una tipa
spendereccia, sembrerebbe dunque una pena del contrappasso); Nathalie fresca
regina di X-Factor ha optato per Il mio canto libero di Battisti; Roberto
Vecchioni evocherà finalmente il napoletano (e la guerra) con O' Surdato
'nnammurato, e così farà Anna Oxa con O' sole mio; Giusy Ferreri sceglie Il
cielo in una stanza; La notte dell'addio avrà arrangiamento e direzione di
Battiato con Luca Madonia; si torna alla storia con Max Pezzali in Mamma mia
dammi cento lire, con Barbarossa&Del Rosario in Addio mia bella addio e con i
Modà&Emma in La ballata di Sacco e Vanzetti, mentre La Crus propongono Parlami
d'amore Mariù; Albano viene tentato dalla lirica con Va' Pensiero; Tatangelo
non poteva scegliere che Mamma, Tricarico fa L'italiano di Cutugno, al quale
risponde da sinistra un pezzo da novanta, Viva l'Italia di De Gregori, a cura
di Van De Sfroos, che finora aveva gorgheggiato solo in tremezzino stretto.
Come si vede, manca qualunque cosa (almeno Azzurro, via) ma anche no. Non
essendoci una precisa indicazione, la serata dell'Unità finisce per somigliare
all'Italia medesima: tutto e il contrario di tutto. Non fosse mai che ci
dobbiamo smentire proprio al Sanremone.

con lastampa.it

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