venerdì 23 maggio 2008

Appena nato, è già clandestino: Abdwahd, che vuol dire fortunato. / Ci sono paesi nei quali vige lo jus sanguinis. Si è cittadini italiani, ad esempio, solo se si nasce da una donna e un uomo italiano./ Miriam Mafai - La Repubblica

Appena nato, è già clandestino: Abdwahd, che vuol dire fortunato

Miriam Mafai - La Repubblica

Ci sono le leggi e le leggi vanno rispettate. Ci sono paesi nei quali vige lo jus sanguinis. Si è cittadini italiani, ad esempio, solo se si nasce da una donna e un uomo italiano. Ci sono paesi nei quali vige lo jus soli.

Si è cittadini francesi, ad esempio, solo se si nasce sul territorio francese. Tutto preciso, tutto regolare come devono essere le leggi sulle quali si basa la nostra convivenza.Ma cosa succede quando un bambino, ignorando qualunque legge, nasce in mare da genitori emigranti illegali su un gommone carico di altri clandestini? Nella mitologia, nelle leggende, nelle Sacre Scritture ci sono tanti bambini che, appena nati, vengono abbandonati in acqua, sul bordo di un fiume o in mare, nascosti in un cestino.

Nella mitologia, nelle leggende e nelle Sacre Scritture, quei bambini abbandonati di solito vengono salvati e una volta adulti, tornano nel loro paese, a guidare il proprio popolo e a fare giustizia. Il bambino nato su un gommone carico di clandestini è figlio di genitori somali fuggiti da un paese che è in mano alla ferocia di bande armate, un paese che non è più nemmeno uno stato. Fanno parte di quelle migliaia di sventurati che attraversano a piedi un bel pezzo d´Africa per imbarcarsi, forse in Libia, per il nostro paese.

Forse il bambino nato ieri su un gommone, in mare, un giorno tornerà nel suo paese a riscattarlo e fare giustizia. Questo, di solito accade nelle leggende e nelle favole. Ma oggi, quale destino attende il piccolo somalo nato in mare a poche miglia di distanza da Lampedusa? I genitori lo hanno chiamato Abdwahd, che vuol dire fortunato: già il fatto di essere venuto al mondo vivo, di aver potuto toccare un lembo di terra, è segno di buona sorte.
Ma il piccolo Abdwhad, nato clandestino, profugo da un paese che sta andando alla rovina, in un continente che si sta dilaniando tra corruzione e lotte tribali, rischia di diventare il simbolo di una umanità senza diritti e senza futuro. Di una umanità affamata, sospetta. E con i suoi genitori ed altri clandestini arriva nel nostro paese nel momento in cui si stanno preparando leggi più severe per il controllo degli immigrati, quelli che già risiedono, legalmente o illegalmente nel nostro paese, e per impedire ad altri di arrivarci, con il loro pericoloso carico di miseria e di rabbia.

Quest´ultimo sbarco illegale ci dice intanto come sono inevitabilmente porose le frontiere di un paese come il nostro che appare sulle carte geografiche come una lunga lingua di terra circondata dal mare, costante miraggio per popolazioni sofferenti e calpestati. Ci dice anche che le leggi, anche le rigorose e generalmente condivise, non potranno mai impedire del tutto sbarchi clandestini e altrettanto clandestini attraversamenti di frontiera. Questo gruppo di somali arrivati ieri a Lampedusa su un gommone di non più di 8 metri, tra i quali i genitori del piccolo nato in mare, chiederanno probabilmente di avvalersi della particolare legislazione che tutela i richiedenti asilo politico. E´ possibile, è augurabile che l´ottengano.

Tra le nuove, più severe, norme annunciate, mercoledì dal governo Berlusconi, in tema di immigrazione, non mi sembrava esserci alcuna revisione delle norme che limitano la concessione dello status di «rifugiato politico». Se riuscirà a ottenerlo, se l´Italia – malgrado il giro di vite, l´introduzione del reato di clandestinità, il "muro" di leggi che sta erigendo simbolicamente intorno alle sue coste – non spegnerà il suo futuro, il piccolo Abdwahd, nato clandestino, potrà dirsi davvero fortunato.


--
Francis*PAC

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails