Veltroni benedice la linea dura «Il premier fa un grave errore»
Bruno Miserendino - L'Unità Non era previsto che andasse alla Camera ieri mattina, ma quando ha saputo che la maggioranza non faceva marcia indietro sull'emendamento «salva Rete4», Walter Veltroni ha deciso che era meglio farsi vedere e sentire. Per spiegare a tutti che Berlusconi e la sua coalizione fanno un grosso errore a insistere su questa vicenda: «Sbagliano nel merito e nel metodo», spiega il segretario ai cronisti.
E quando gli chiedono se allora sarà «opposizione dura» il leader del Pd aggiunge laconico: «Tutte le cose sbagliate nel merito e nel metodo hanno l'opposizione che si meritano». In pratica una benedizione dell'ostruzionismo annunciato e praticato.
Il problema è che «questa cosa» è un po' particolare: è la dimostrazione, come diceva l'altro giorno Enrico Letta, certo non un falco antiberlusconiano, «che il lupo perde il pelo ma non il vizio». La Velina Rossa, di ascendenze dalemiane, mette in guardia il segretario: «La Luna di miele con Silvio Berlusconi è finita, Veltroni ne prenda atto». «Per la verità non c'è mai stato un idillio», rispondono i veltroniani. «Non mi sono mai fatto illusioni», dice lo stesso Veltroni ai suoi.
Il leader del Pd, dicono al loft, «fa solo gesti coerenti con quel che ha detto in campagna elettorale». Vale a dire disponibilità a scrivere insieme le riforme e le regole del gioco. «Sui contenuti dei provvedimenti Berlusconi non è tenuto a discuterne con noi», aggiungono, e non c'è alcun patteggiamento. E quindi sui «vizietti» del premier l'opposizione non può che essere durissima. «Certo, se il premier al terzo giorno di governo dismette i panni dello statista, piazza la norma che salva la sua rete personale e se ne infischia dei lamenti dell'opposizione, tutto questo non aiuta».
Ermete Realacci, che solo 24 ore prima ha dato il suo condizionato appoggio al pacchetto rifiuti proposto da Berlusconi, fa capire che aria tira nel Pd: «L'antiberlusconismo non è più il nostro cemento, però qualcuno ha scambiato l'assenza di bava alla bocca con un'accondiscendenza verso il governo». «C'è un grosso equivoco in giro», dicono al Pd, «non è che noi facciamo opposizione morbida perchè c'è stato un inizio di dialogo sulle regole, il nostro atteggiamento dipende dalla nostra identità e dall'obiettivo di essere utili al paese». «Nel merito dei problemi la nostra opposizione resta quella annunciata: ferma ma propositiva, non pregiudiziale, come abbiamo dimostrato sui primi provvedimenti del governo, annunciando battaglia su alcuni temi e disponibilità a convergere su altri».
La politica ha le sue leggi, e il clima conta molto. Il Pd non cambierà tipo di opposizione, perchè il muro contro muro ideologico è improponibile e dannoso per il paese, però quando i rapporti si sfilacciano, dicono al Pd, «ognuno ha da perdere qualcosa». All'apparenza lo sgarbo mette in difficoltà soprattutto Veltroni, il cui dialogo sulle regole col Cavaliere è guardato con scetticismo da molti del Pd, per non parlare della sinistra radicale e di Di Pietro che sull'opposizione pregiudiziale a Berlusconi e la sua genetica impossibilità a essere uno statista gioca la sua sopravvivenza politica.
Al Pd non piace che la Destra alla Camera vada in giro a dire che gli strepiti dell'opposizione sono inutili perchè alla gente non interessa nulla di Rete4, non piace che il sottosegretario alla presidenza del consiglio Bonaiuti dica «troppo rumore per nulla...». E non piace che il caso in questione sia stato preceduto da un tentativo analogo (la storia del patteggiamento) escogitato da uno dei tanti avvocati del Cavaliere e stoppato all'ultimo dalla Lega. Al Pd non danno per fatto lo sgarbo su Rete4, però sono pronti al peggio. C'è dell'altro in giro, che non piace. Al Pd guardano con un po' di sospetto che la Destra spinga per una riforma della legge elettorale per le europee con uno sbarramento alto, intorno al 5%. E non gradiscono che la cosa sia data per fatta, come se ci fosse un accordo tra Berlusconi e Veltroni. «Chi mette in giro questa storia, dicono al Pd, ha voglia di eccitare gli animi della sinistra radicale e di creare difficoltà al segretario».
Insomma non è escluso che anche sulle riforme e le regole del gioco alla fine il dialogo si sfilacci e la maggioranza faccia da sola. Che succederà? Attenzione, dicono al Pd, Berlusconi attualmente è in luna di miele con gli italiani ma sbaglia a pensare di essere così forte da poter fare a lungo due parti in commedia. Gli uomini del premier ufficializzano che l'ambizione del Cavaliere è il Quirinale, ma è difficile che possa coltivarla, dicono al Pd, «se appare per quello che è sempre stato». Stagioni difficili.
E quando gli chiedono se allora sarà «opposizione dura» il leader del Pd aggiunge laconico: «Tutte le cose sbagliate nel merito e nel metodo hanno l'opposizione che si meritano». In pratica una benedizione dell'ostruzionismo annunciato e praticato.
Il problema è che «questa cosa» è un po' particolare: è la dimostrazione, come diceva l'altro giorno Enrico Letta, certo non un falco antiberlusconiano, «che il lupo perde il pelo ma non il vizio». La Velina Rossa, di ascendenze dalemiane, mette in guardia il segretario: «La Luna di miele con Silvio Berlusconi è finita, Veltroni ne prenda atto». «Per la verità non c'è mai stato un idillio», rispondono i veltroniani. «Non mi sono mai fatto illusioni», dice lo stesso Veltroni ai suoi.
Il leader del Pd, dicono al loft, «fa solo gesti coerenti con quel che ha detto in campagna elettorale». Vale a dire disponibilità a scrivere insieme le riforme e le regole del gioco. «Sui contenuti dei provvedimenti Berlusconi non è tenuto a discuterne con noi», aggiungono, e non c'è alcun patteggiamento. E quindi sui «vizietti» del premier l'opposizione non può che essere durissima. «Certo, se il premier al terzo giorno di governo dismette i panni dello statista, piazza la norma che salva la sua rete personale e se ne infischia dei lamenti dell'opposizione, tutto questo non aiuta».
Ermete Realacci, che solo 24 ore prima ha dato il suo condizionato appoggio al pacchetto rifiuti proposto da Berlusconi, fa capire che aria tira nel Pd: «L'antiberlusconismo non è più il nostro cemento, però qualcuno ha scambiato l'assenza di bava alla bocca con un'accondiscendenza verso il governo». «C'è un grosso equivoco in giro», dicono al Pd, «non è che noi facciamo opposizione morbida perchè c'è stato un inizio di dialogo sulle regole, il nostro atteggiamento dipende dalla nostra identità e dall'obiettivo di essere utili al paese». «Nel merito dei problemi la nostra opposizione resta quella annunciata: ferma ma propositiva, non pregiudiziale, come abbiamo dimostrato sui primi provvedimenti del governo, annunciando battaglia su alcuni temi e disponibilità a convergere su altri».
La politica ha le sue leggi, e il clima conta molto. Il Pd non cambierà tipo di opposizione, perchè il muro contro muro ideologico è improponibile e dannoso per il paese, però quando i rapporti si sfilacciano, dicono al Pd, «ognuno ha da perdere qualcosa». All'apparenza lo sgarbo mette in difficoltà soprattutto Veltroni, il cui dialogo sulle regole col Cavaliere è guardato con scetticismo da molti del Pd, per non parlare della sinistra radicale e di Di Pietro che sull'opposizione pregiudiziale a Berlusconi e la sua genetica impossibilità a essere uno statista gioca la sua sopravvivenza politica.
Al Pd non piace che la Destra alla Camera vada in giro a dire che gli strepiti dell'opposizione sono inutili perchè alla gente non interessa nulla di Rete4, non piace che il sottosegretario alla presidenza del consiglio Bonaiuti dica «troppo rumore per nulla...». E non piace che il caso in questione sia stato preceduto da un tentativo analogo (la storia del patteggiamento) escogitato da uno dei tanti avvocati del Cavaliere e stoppato all'ultimo dalla Lega. Al Pd non danno per fatto lo sgarbo su Rete4, però sono pronti al peggio. C'è dell'altro in giro, che non piace. Al Pd guardano con un po' di sospetto che la Destra spinga per una riforma della legge elettorale per le europee con uno sbarramento alto, intorno al 5%. E non gradiscono che la cosa sia data per fatta, come se ci fosse un accordo tra Berlusconi e Veltroni. «Chi mette in giro questa storia, dicono al Pd, ha voglia di eccitare gli animi della sinistra radicale e di creare difficoltà al segretario».
Insomma non è escluso che anche sulle riforme e le regole del gioco alla fine il dialogo si sfilacci e la maggioranza faccia da sola. Che succederà? Attenzione, dicono al Pd, Berlusconi attualmente è in luna di miele con gli italiani ma sbaglia a pensare di essere così forte da poter fare a lungo due parti in commedia. Gli uomini del premier ufficializzano che l'ambizione del Cavaliere è il Quirinale, ma è difficile che possa coltivarla, dicono al Pd, «se appare per quello che è sempre stato». Stagioni difficili.
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Francis*PAC
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