domenica 25 maggio 2008

D'ALEMA, DEVE AVERE VISIONE FUTURO E ALIMENTARE PASSIONI| Ma "e' difficile pensare ad un movimento politico che non abbia una visione per il futuro e che non sappia alimentare passioni e speranze.

Partendo dal riconoscimento della crisi profonda della politica, che non ha saputo dare risposte alle nuove paure della societa', Massimo D'Alema guarda al domani e critica alla sinistra la fretta con cui si e' liberata dei suoi valori e delle sue ideologie. Ma "e' difficile pensare ad un movimento politico che non abbia una visione per il futuro e che non sappia alimentare passioni e speranze.

E' difficile pensare al riformismo che non sia mosso da valori forti". Altrimenti, mette in guardia D'Alema, il riformismo "rischia di essere solo ingegneria sociale non in grado di reggere alle sfide con nessun fondamentalismo, seppure in grado di svolgere un ragionamento razionale che, pero', non suscita speranze". In un passaggio del suo intervento conclusivo della tre giorni di Summer School della Fondazione Italianieuropei su 'Democrazia e religione', D'Alema pone la questione su come deve costruirsi un nuovo movimento politico che faccia riferimento al riformismo. Ma, sottolinea, per suscitare speranze e passioni, "non basta riaffermare con forza i nostri principi. Bisogna anche saper restituire respiro e potenza ideale alla politica, cosi' da saper governare le contraddizioni e costruire le condizioni di una vera convivenza, perche' non basta predicarla a parole". D'Alema poi torna ai motivi della crisi della politica ed invita a non dimenticare che "se non vogliamo che ci si volga alla religione come elemento fondativo, dobbiamo capire che alla radice della crisi della politica c'e' la sua debolezza, sia come affievolirsi della capacita' di suscitare partecipazione, sia come indebolimento degli strumenti che agiscono sulla realta'".

  Per D'Alema "non e' affatto vero che non esiste piu' "il voto ideologico: noi, la sinistra democratica europea, ha visto con molto ritardo" l'arrivo delle nuove paure che dominano la societa' contemporanea ed ha cercato "di interpretarle con categorie vecchie". Questo e' stato fatto "persino nell'analisi politica del voto, che non ha tenuto conto delle sconvolgenti novita'", alle quali invece "la destra ha saputo dare risposte". Dunque, ben vengano le analisi "dei flussi di voto e di chi ha votato cosa, ma non ci possiamo rivolgere all'opinione pubblica come se fossimo davanti alla fine del voto ideologico e di appartenenza, ma al voto di opinione che va verso l'offerta piu' realistica". Al contrario, "tornava prepotentemente il voto politico identitario, e cioe' mosso da passioni profonde e paure che la destra ha intercettato con motivazioni profonde che spostano pezzi di comunita'". (AGI)

Marina di Camerota (Salerno), 25 mag. -

AGI

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