venerdì 10 dicembre 2010

L'INTERVISTA Sconforto Gabriele Muccino "Senza fratello e senza idee"

"Il suo silenzio verso me e la famiglia è un cruccio: neanche gli auguri a Natale da tre anni. E in più non so che cosa farò dal punto di vista professionale"
MARRAKECH - Nel cinema marocchino il bacio è una rarità, dunque il pubblico del 10mo festival di Marrakech accoglie "Baciami ancora" con sottile eccitazione. Il film lo hanno presentato Stefano Accorsi e Gabriele Muccino, che con Riccardo Scamarcio (nella giuria presieduta da John Malkovic) e Claudio Cupellini ("Una vita tranquilla" è in concorso) rappresentano l'Italia. Per Muccino è un bel segnale. ""Baciami ancora" esce anche in Francia il 29. E le anteprime a Parigi sono andate bene". Dunque tutto bene.

"No, non vivo bene, né sul piano professionale né su quello personale. L'unica cosa bella è mia figlia, cresce con me ed è meravigliosa. Per il resto ho avuto figli da cui sono parzialmente separato e il cruccio più grande è che ho un fratello che si è isolato dalla famiglia e naturalmente da me".

Silvio.
"Certo, non lo vedo da tre anni, non risponde se cerco di contattarlo, non si fa vivo".

Ha capito le ragioni?
"No. Forse si trasforma ogni volta nei personaggi che interpreta e che lo fanno sentire distante dalla famiglia. O forse sta seguendo un suo percorso psicanalitico molto complesso. Non lo so. Capisco che il distacco da me, per via dello stesso lavoro, potrebbe significare "uccidere il padre". Ma che da tre anni non chiami i genitori neanche per un "buon Natale" è davvero incomprensibile"

E sul piano professionale che succede?
"Sto vivendo quel momento di solitudine terribile di quando, uscito dallo stato di grazia di un film, mi chiedo "e ora?" Quale sarà il film con cui andare a dormire per un anno? E non ho la risposta. So solo che girerò in America ma non so cosa. È saltato il film con Keanu Reeves, una storia di fantascienza tipo "Solaris", troppo costoso, non è il momento giusto. Ho altre due sceneggiature ma deciderò quando tornerò a Los Angeles dopo le feste".

Perché continua con il cinema americano?
"Lavorerò ancora in Italia, ma è un paese dove per valere davvero, devi affermarti fuori. Per me è così. Ho fatto film molto amati dal pubblico, ma parecchi critici ancora mi trattano con sdegno. Io racconto un'età in cui ci si accetta per come si è, parlo di gente che si cerca e a volte si trova e a volte no, cerco di riprodurre la vita, non trovo onesta la rassicurazione facile. Purtroppo si è persa la capacità di sentire che la vita ha una sua poesia anche negli sconfitti".

Possibile che qualche critica negativa la ferisca ancora tanto?
"Bisogna essere fragili per fare i film che faccio, e io lo sono, ne soffro ancora, perché mi sento più autore di quanto non mi venga riconosciuto".

Come vive l'Italia di oggi?
"Sembra che siamo caduti in un pozzo nero in cui può succedere di tutto e ancora non c'è una rabbia civile con cui liberarsi dallo spirito di corruzione che ci avvolge. Io, che sono sempre stato di sinistra, sono diventato apolitico, pronto a votare per chiunque abbia un disegno pulito e onesto che salvi il paese".

Sta per uscire "Un altro mondo" di suo fratello Silvio. Gli direbbe qualcosa?
"Gli auguro che sia un bel film. E buon Natale".
con repubblica.it

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