Ancelotti viene da un anno fortunato, è stato il primo allenatore italiano a vincere la Premier, ha aggiunto all'esordio una coppa d'Inghilterra e ha iniziato il campionato con 5 vittorie e 21 gol. Poi gli hanno silurato il vice e messo una spia in panchina: via il fedele Ray Wilkins, dentro Michael Emenalo. Nel 2007, Mou aveva perso le staffe dopo il licenziamento del suo secondo, Steve Clarke, e si era trovato a lavorare con Avram Grant (guarda caso uomo che esce dalla stessa lobby di Emenalo) messo lì apposta per farlo saltare. Lo schema sembra proprio identico e i risultati seguono scosse simili: una sola vittoria nelle ultime sei partite, terzi in classifica dietro Manchester United e Arsenal e soprattutto squadra irriconoscibile. Ancelotti aveva chiesto una prova di carattere e fiducia contro l'Everton, è finita 1-1: «Oggi come oggi non c'è nessun motivo di sorridere». Uno ci sarebbe: dopo la visita al Tottenham di Bale, il prossimo fine settimana, il Chelsea si ritrova lo United in casa e il 27 dicembre fa visita all'Arsenal. Solo scontri diretti, il miglior modo di venirne fuori subito anche se in casa Blues non si respira grande fiducia: «Tutti capitano dentro momenti neri, però questo sta durando troppo a lungo».
Ancelotti ha più punti di Benitez eppure si trova in una situazione che ricorda l'Inter. Per la prima volta da quando ha comprato il Chelsea, Abramovich non ha fatto campagna acquisti. Sono partiti cinque giocatori (tra cui il pilastro Carvalho) e sono arrivati Benayoun e Ramires. In più la vecchia guardia è in fase di restauro: Frank Lampard manca da mesi, John Terry è rientrato proprio contro l'Everton e sembra lontano dalla forma ideale, Didier Drogba ha appena smaltito la malaria e segna molto meno del solito, Alex è in attesa di un intervento, quindi a mezzo servizio. Abramovich è più lunatico di Moratti, desiderava un tecnico italiano, uno che avesse avuto tra le mani la Champions League e non c'è alcun motivo per cui la cotta debba già essere passata, solo che è così. Il magnate deve destinare fondi e attenzione ai Mondiali 2018, non ha voglia di spendere troppo a gennaio e soprattutto è distratto.
Gli hanno detto che Guardiola è uno che fa tutto in casa, che cresce e motiva giovani, che non va d'accordo con i campioni costosi e accentratori alla Ibrahimovic e anche se il Chelsea non ha la cantera del Barcellona, Pep è diventato l'uomo di carisma adatto al nuovo ipotetico corso. Visto che il grande capo studia un progetto alternativo anche l'allenatore medita un ritorno in Italia, a casa, a Roma. Dopo l'ultima vittoria in Champions Abramovich ha spedito un sms di congratulazioni ad Ancelotti. E Carletto, che si sa muovere bene, era l'unico tecnico delle squadre top in Premier assente nel video della candidatura inglese per i Mondiali 2018. Scambio di cortesie sull'orlo del divorzio. Il contratto lega Ancelotti al Chelsea fino al 2012, il passato dice che quella data sta per saltare.
con lastampa.it
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