lunedì 13 dicembre 2010

GOVERNO Salta l'ultima mediazione di Fli Berlusconi: "Non lascio, no ai diktat"

I parlamentari di Futuro e libertà, comprese le 'colombe', chiedevano al premier di lasciare dopo aver ottenuto la fiducia al Senato e prima del voto a Montecitorio in modo da fare un Berlusconi bis. Bossi li gela: "Troppo tardi per trattare", il premier fa saltare ogni trattativa

Salta l'ultima mediazione di Fli Berlusconi: "Non lascio, no ai diktat" Silvano Moffa
ROMA - In queste ore dove l'incertezza regna sovrana, Fli trova una via d'uscita per evitare che il partito si spacchi sulla fiducia al premier. Accade che, dopo una girandola di incontri, l'ala trattativista dei finiani, (Silvano Moffa, Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori e Giuseppe Consolo), trovi l'intesa e metta la firma su un documento firmato da tutti e 35 i deputati futuristi. Un testo di mediazione che chiede a Berlusconi di dimettersi dopo aver ottenuto la fiducia al Senato e prima del voto alla Camera. Tra i punti del documento, anche l'impegno a un reincarico per un Berlusconi bis e la parola di Fli sul fatto che il partito di Fini non sosterrà alcun governo diverso da uno guidato da una personalità di centrodestra. Un ultimo tentativo di mediazione sponsorizzato dalle colombe finiane che però si scontra con il muro del Cavaliere: "Non mi dimetto, no ai diktat". Un muro che già Umberto Bossi aveva iniziato a costruire respingendo per primo il possibile accordo. "Troppo tardi" aveva chiosato il Senatur.

La proposta di accordo nasceva dalla necessità di riunificare le due "correnti" del partito di Fini ed evitare pesanti spaccature che l'ala più morbida aveva fatto aleggiare per tutta la giornata. Il testo metteva il punto ad una giornata febbrile per i finiani. Dopo il documento "trattattivista" delle colombe 1, bollato come "tardivo"
da Fini, l'aria si era fatta pesante. Con Moffa e Maria Grazia Siliquini che non facevano mistero delle loro perplessità in vista del voto di sfiducia. E così le contromosse diventano frenetiche. Anche perché l'idea di una spaccatura interna preoccupava Fini e i suoi. E così, in mattinata, il presidente della Camera prima, e Urso e l'ex ministro Ronchi poi, incontrano Moffa. Lo stesso deputato che ieri avrebbe ricevuto ben tre chiamate da Berlusconi.

Nel frattempo Berlusconi replica alla Camera e si augura che "la notte porti consiglio" ai finiani. Le voci si rincorrono. Compresa quella che vedrebbe per la Siliquini pronta la poltrona di sottosegretario e per Moffa quella da ministro. Ma la rottura interna non arriva. Arriva invece il testo comune. "Attendiamo risposte" dicono i finiani. "Arrivano tardi" li gela Umberto Bossi.

con repubblica.it

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