venerdì 29 ottobre 2010

LA PROVA Il supertest che misura la vera intelligenza

Si basa sulle qualità cognitive come la memoria Il metodo è stato ideato da un
gruppo di Cambridge Dalla memoria all'attenzione, dal ragionamento verbale
alla pianificazione: sotto esame i "dodici pilastri della saggezza", oltre le
capacità logico spaziali di PAOLA COPPOLA


ESPLORARE tutte le qualità di un cervello. Misurare i dodici pilastri della
saggezza oltre le capacità logico-spaziali, testare dalla memoria
all'attenzione, dal ragionamento verbale fino alla capacità di pianificare le
tante capacità cognitive che servono a fare di una persona anche una persona
intelligente. La sfida è ambiziosa, almeno quanto è controverso l'argomento su
cosa sia davvero l'intelligenza, ma questo si propone l'ultimo test elaborato
dai ricercatori inglesi del Medical reasearch council's Cognition and Brain
Sciences Unit di Cambridge elaborato in base alle scoperte fatte nel campo
delle neuroscienze attraverso la risonanza magnetica. Per mettere alla prova le
zone del cervello coinvolte nell'elaborazione dei pensieri come le strutture
più profonde, tra cui l'ippocampo.

Servono una trentina di minuti per dedicarsi ad associare numeri a caselle,
ricordarne le sequenze, individuare le forme e la posizione di disegni. Ogni
prova, un pilastro di saggezza: si passa dalla memoria di lavoro visospaziale
(basti sapere che, a prescindere dalle qualità di ciascuno, una scimmia ne ha
più di uno studente universitario); si continua con il ragionamento verbale (la
capacità di formare e trasformare rappresentazioni mentali), e quello
deduttivo. E ancora: la rotazione mentale, la capacità di pianificare una
strategia per raggiungere un obiettivo, quella di elaborazione visivo-spaziale.

L'attenzione viene messa a dura prova quando si deve associare alla parola
"rosso" o "verde", il colore dell'inchiostro con cui è scritta (che può essere
rosso o verde, ma non sarà quasi mai lo stesso della parola rappresentata).
Ogni prova è a tempo, accumulando risposte corrette il livello di difficoltà
cresce.
"Non esiste un test perfetto", chiarisce Stefano Cappa, professore di
neuropsicologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che giudica
positivamente quello elaborato dai colleghi inglesi. "Questo si fonda su basi
scientifiche solide che riguardano le componenti essenziali del sistema
cognitivo ed è costruito non solo in base a osservazioni psicologiche ma su
dati neurobiologici". E aggiunge: "Non si può limitare l'intelligenza alla
capacità di risolvere in modo efficiente i problemi, bisogna vedere se questo
test riesce a predire di più le capacità che servono a ciascuno nella vita
reale, dove contano anche l'intelligenza emotiva, sociale".

"Ben venga un test se è utile a descrivere le capacità globali di una
persona", commenta Fabio Battaglia, vicepresidente di Mensa Italia,
l'associazione dei super-intelligenti (ne può far parte chi ha superato il 98mo
percentile della popolazione in un test d'intelligenza specifico) e che a
novembre organizza "Brain", la competizione annuale per scoprire nuovi talenti.
"La scelta del test dipende dall'obiettivo da raggiungere. Noi testiamo il Q.
I. e quindi le capacità logico-spaziali: le persone che selezioniamo hanno da
16 a 70 anni, interessi e formazione diversi ma in comune una capacità logica
superiore alla media, spesso associata a una curiosità intellettuale unica, che
si nutre di nuovi stimoli".

Alla fine del test elaborato da Adrian Owen si dovrà rispondere a un
questionario sullo stile di vita (ore di sonno, consumo di alcol, nicotina e
caffeina, frequenza di uso dei videogiochi) prima di scoprire se si è nella
media, al di sopra o al di sotto. O sorprendersi di un talento insospettato. I
dati raccolti - promettono i ricercatori - serviranno a definire meglio cosa
sia davvero l'intelligenza. Chi vuole cimentarsi, trova il test sul sito del
gruppo di Owen.

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