sabato 27 novembre 2010

AL VIA IL TORINO FILM FESTIVAL Doillon & Boyle va in scena

TORINO
Parte con una gran bella accelerata il Torino Film Festival, perché sia subito
chiaro a tutti lo spirito della rassegna firmata Gianni Amelio: una
concentrazione di proiezioni senza tappeto rosso per chi ama visceralmente il
cinema. Se disorientamento e solitudine sono i sentimenti con cui lotta Kristin
Scott Thomas nel film inaugurale Contre Toi di Lola Doillon, sgomento e
coraggio attraversano il giovane americano James Franco in una prova certo non
facile. C'è attesa infatti per il nuovo film dell'inglese Danny Boyle, Oscar
per la favola in stile Bollywood The Millionaire , ed eccolo subito servito il
primo giorno: 127 Hours , ispirato alla storia vera dell'alpinista Aron Ralson
intrappolato con un braccio sotto un masso tra le rocce di un canyon dello
Utah, promette di entrare come uno scalpello nelle vene del protagonista
intepretato da Franco, già sosia di James Dean nel film dedicato al simbolo del
divo ribelle. Stesso team di The Millionaire per un film estremamente
realistico, giocato sulle espressioni di dolore, di disperazione, di speranza,
di rassegnazione che passano negli occhi di Franco.

«Non è una commedia destinata a scandalizzare, ma un pezzo di storia descritta
con delicatezza», ha più volte ricordato Amelio, ma gli occhi oggi sono tutti
puntati sul ritratto della famiglia Agnelli cesellato da Giovanni Piperno nel
suo Il pezzo mancante : interviste a studiosi e amici, filmati di repertorio
per una saga familiare che vuole andare oltre il mito dell'Avvocato e
raccontare, tra gli altri, del figlio Edoardo morto a 46 anni. Piperno vinse il
Tff nel 2005 con L'esplosione .

E si entra nel vivo del concorso Torino 28 con i primi due film nel segno di
quell'ironia e quel grottesco che tanto caratterizza questa edizione: in The
Infidel ( Infedele per caso ) l'inglese Josh Appignanesi spara sugli stereotipi
con una specie di «Homer Simpson musulmano - come lo definisce il regista -, un
uomo qualunque cui capita in sorte di essere musulmano e che poi per caso si
ritrova a essere ebreo»; mentre Las marimbas del infierno di Julio Hernàndez
Cordón è la storia di un suonatore di marimba che ha perso il lavoro a cui non
resta che rivolgersi a un ex metallaro satanista, con cui spera di fondare una
band marimba rock. Quanto mai surreale questo secondo film del regista di
Gasolina.

Ma è anche il momento di Gregg Araki, regista-icona delle associazioni gay-
lesbo-trans di tutto il mondo, con un film, Kaboom , già indicato come un'Alice
nel paese delle meraviglie in salsa Lynch, un frullato di cultura giovanile,
fumetti, fantascienza apocalittica e sensualità queer, dove tutto ruota intorno
a uno studente bisessuale che crede di aver scoperto un omicidio e un complotto
planetario. E c'è spazio per il francese Mathieu Almaric che in Tournée dirige
e interpreta un produttore in cerca di nuova gloria grazie a un gruppo di
ballerine e spogliarelliste.

Non basta ancora? No, Ci sono le schegge «visionarie, psichedeliche
etnografiche» di Ben Russell con Recent Antropologies , c'è Italiana.doc con i
film documentari italiani Scuolamedia di Marco Santarelli, e Il futuro del
mondo passa da qui di Andrea Deaglio. Allegra Huston dà il via alla personale
su John Huston. Stop. È soltanto il primo giorno.

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails