giovedì 25 novembre 2010

Lungo colloquio Carfagna-Berlusconi Il premier: "Pace fatta, Mara resta" Il ministro: "Ieri ho parlato con il presidente del consiglio e lo ringrazio per la sua disponibilità"

Lungo colloquio Carfagna-Berlusconi Il premier: "Pace fatta, Mara resta" Mara
Carfagna
ROMA - "Con Mara è tutto risolto, non va via dal Pdl". Silvio Berlusconi, nel
corso dell'ufficio di presidenza del Pdl, allontana così i timori di dimissioni
del ministro per le Pari Opportunità. Una vicenda iniziata con la minaccia di
dimissioni da parte del ministro dopo il duro scontro sulla gestione dei
termovalorizzatori di Napoli e Salerno, avuto all'indomani del Cdm di giovedì
scorso, con i deputati campani che fanno capo a Nicola Cosentino. "Ieri ho
avuto un lungo colloquio con il presidente Berlusconi - ha detto la Carfagna -
che ringrazio per la sua disponibilità a comprendere i problemi. Quanto ai
problemi con il Pdl, oggi vedrò i vertici del partito". Il ministro tuttavia ha
spiegato di non voler fornire ai cronisti ulteriori dettagli "per non
distogliere l'attenzione" dalla Giornata internazionale contro la violenza
sulle donne, che si celebra oggi. E intanto incassa la contestazione dei
precari di un presidio a piazza Dante, a Napoli, che al suo arrivo le gridano
"Vergogna, vergogna". Sul conto del ministro anche una notizia di "gossip",
fornita dal giornalista Antonello Piroso in diretta a La7: avrebbe deciso la
data del matrimonio, il prossimo venerdì 13 maggio.

illustrate a Repubblica 2 qualche giorno fa. "La misura era colma. Ho fatto la
mia scelta e sono obbligata ad andare avanti, quale sarebbe l'alternativa?
Vivacchiare, facendo finta di niente? No, mi dispiace, non mi interessa" aveva
detto, dopo l'annuncio delle sue dimissioni da Pdl, Parlamento e governo.
Ribadendo di non poter "cedere" per una "questione di dignità". Ma aggiungendo
anche di non volere "la rottura a tutti i costi" e dicendosi "disponibile a
ricucire, purché arrivino risposte concrete".

Se il ministro degli Esteri Franco Frattini si era da subito schierato con lei
evidenziando come il problema posto dal ministro fosse di principio e che per
questo doveva essere ascoltato, il ministro della Difesa Ignazio La Russa le
aveva assicurato che avrebbe tentato "tutte le strade per ricucire lo strappo".
Ma lei comunque aveva insistito: pronta a tornare sui miei passi "ma solo a
condizione che si affrontino seriamente le questioni che ho posto", ovvero - in
primis - quella del "termovalorizzatore di Salerno" che rischia di "non essere
fatto" e la città di "finire sotto i rifiuti, dopo Napoli". E poi la questione
di un Pdl "allo sbando", che "rischia di esploderci in mano", che "non deve
essere uno strumento di potere a vantaggio di pochi capi locali che fanno il
bello e il cattivo tempo, perché questo è l'andazzo". E la denuncia che a
livello regionale e provinciale "il partito è governato con sistemi
dittatoriali. Ed è chiaro che su questo c'è stata una sottovalutazione, se non
un avallo, a livello nazionale".

Carfagna aveva anche detto di sentirsi "delegittimata" perché "ci sono altri
che contano, perché sono donna e vorrei vedere cosa sarebbe accaduto se le
stesse questioni le avesse sollevate un uomo". Ma il colloquio con Berlusconi
deve aver sortito effetti veramente positivi visto che il ministro oggi, nel
corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla campagna contro le
mutilazioni genitali femminili, afferma che "il presidente Berlusconi ha
dimostrato con fatti concreti la sua grande fiducia nelle donne portandone ben
cinque al governo".

Il caso Carfagna aveva assestato un ulteriore scossone al governo proprio
nelle ore in cui il premier, da Lisbona 3, ribadiva la sua intenzione ferma di
andare al voto in caso di mancata fiducia da parte di entrambe le Camere, il
prossimo 14 dicembre. E alla domanda sulla minaccia di dimissioni del ministro
delle Paeri opportunità, aveva risposto: "La signora Carfagna non mi ha fatto
tribolare, è una cosa cui non annetto particolari difficoltà".

Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails