sabato 27 novembre 2010

Sarah Scazzi ultime notizie: Cosima Serrano non ha un alibi credibile

Cosima Serrano potrebbe essere colpevole nel giallo di Avetrana, nuovi dettagli del suo coinvolgimento nel delitto.

Sarah Scazzi, ancora novità, retroscena, pezzi del puzzle che si aggiungono all'infinito giallo di Avetrana. Ora chi rischia tanto è Cosima Serrano, madre di Sabrina Misseri, che a quanto pare non avrebbe un alibi abbastanza solido. Dalle ultime indagini sarebbe emerso che l'ora del delitto non sarebbe più intorno alle 14.30 del pomeriggio del 26 agosto, bensì sarebbe stata anticipata alla mattina di quel giorno, in un orario compreso tra le 8,30 e le 12,30. Cosima Serrano ha dichiarato di essere al lavoro nei campi a quell'ora del mattino, ma il suo datore di lavoro avrebbe smentito questa versione, facendo vacillare la sicurezza della Serrano.

Intanto gli avvocati di Sabrina Misseri azzardano ipotesi diverse da quelle dichiarate fin'ora da Michele Misseri, sul luogo del delitto: secondo l'avvocato Russo, la piccola Sarah potrebbe essere stata uccisa in prossimità del pozzo, dove successivamente è stata nascosta, e non nel garage della villetta dei Misseri. Dunque il cerchio si stringe sempre più attorno alla "madre padrona" di casa Misseri. Nel frattempo è stato depositato il verbale dell'incidente probatorio sostenuto da Michele Misseri la scorsa settimana, Michele conferma di essere responsabile solo dell'occultamento di cadavere e ricostruisce i dialoghi di quel giorno con sua figlia Sabrina, assassina di Sarah.


Misseri, vedendo il cadavere di Sarah ha chiesto a Sabrina cosa fosse successo e lei: "Veramente stava dando nu picca di fastidio". Ho detto io: "Va bè, c´è bisogno che ammazzi la bambina?". E lei: "Però è scivolata, non la volevo, è scivolata e siccome che è scivolata così, indietro, è caduta per terra". A quel punto Michele per amore di Sabrina ha deciso di addossarsi tutte le responsabilità anche se poi: "Io voglio bene a Sabrina. Però non è che posso stare io manco con la sua colpa, perché ognuno deve pagare le sue pene".

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