lunedì 25 ottobre 2010

Donne alla gogna negli spot: sul web gli slogan sessisti

Esca, amo e preda: l'immagine femminile in pubblicità è tutto questo e anche di
più. Non c'è prodotto che non usi un bel fondoschiena o uno stacco di cosce per
attrarre gli sguardi. In rete il catalogo del peggior machismo


Perché per pubblicizzare una catena di fast food è necessaria la sensualità di
una Padma Lakshmi che mangia un hamburger con la stessa libido che metterebbe
nel fare del sesso orale? E che dire dello scandaloso spot della compagnia
aerea Avianova, che esibiva finte hostess intente a lavare l'aereo dal quale
erano appena scese in bikini, sotto lo guardo eccitato degli operai dello
scalo? la linea di traghetti che unisce la Campania alla Sicilia deve essere
per forza pubblicizzata da un paio di seni, «Il Vesuvio mai così vicino
all'Etna»?

Ogni minimo pretesto, lo sappiamo, è buono per piazzare uno stacco di coscia,
un seno prorompente, delle labbra turgide o un sodo lato B accanto al prodotto
pincopallo: l'ha fatto di recente anche Aprilia, in Spagna. Per far sapere alla
clientela che l'azienda mette in commercio sellini più adatti alle forme
femminili, il cartellone puibblicitario esemplifica il concetto con un bel
sedere nudo misurato da una mano maschile: «Da oggi taglie più piccole», recita
il claim ripreso anche da Il Corriere della Sera .

Lo spot è citato, insieme con un'ampia casistica analoga,su Minutebuzz.com: il
sito francese dedica un lungo reportage alle pubblicità che si distinguono per
sessismo e avvilente machismo. Il doppio senso impera. I tacchi? Servono per
accalappiare gli uomini più attraenti. Le cravatte? Per strangolare meglio le
donne . L'auto di seconda mano (Bmw, nella fattispecie)? « E'come una bella
donna. Tu sai che non sei il primo, ma comunque provi piacere ».

La vodka? Reclamizzata così, con una donna in primo piano con le ginocchia
sbucciate: «Donne, il vostro uomo vi costringe a inginocchiarvi? Riportate al
vostro rivenditore una cassa di bottiglie vuote di Vodka Flirt e vi regaleremo
delle ginocchiere, così la prossima volta che vi chinate, non vi farete del
male». I libri? «Oggi tutti possono leggere. Anche le bionde » (vista in una
libreria israeliana). Le amenità, insomma, si sprecano. Ma chi fanno ridere?

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