lunedì 25 ottobre 2010

Gossip: Facchinetti feticista delle scarpe. Ma di Alessia...

Il camerino di Francesco Facchinetti è a metà tra un negozio e una sala giochi.
Divano e poltrona, tavolo, mille poster alle pareti, videogiochi formato maxi e
sotto agli stand appendiabiti dove giaccioni i vestiti di scena decine e decine
di scarpe da tennis . Sembra un angolo dalla casa dei divertimenti che
divideva con un altro figlio dei Pooh, l'ultimo vincitore dell'Isola, Daniele
Battaglia.

Più che un camerino un monolocale…
Sì, perché abito qua 10 ore al giorno e quindi ho bisogno di un posto che mi
somigli. Anche se a essere sincero c'è meno disordine qui: a casa mia sembra
che abbiano tirato una bomba. Ci sono le mie cose, le mie scarpe, poster di
gruppi che sono stati ospiti in trasmissione o che vorrei venissero. C'è un
videogioco perché nei vaghi momenti di svago mi piace giocare. Ed è anche un
ricordo di Mike Bongiorno, perché quando venne qui ci giocò, lo incuriosì
molto. E poi il camerino deve essere un posto dove ti senti a tuo agio e
trascorri i momenti prima della diretta, che gli altri anni erano anche momenti
di angoscia. Prima imparavo il copione a memoria perché non riesco a leggere il
gobbo. Ora mi sono un po' sciolto, imparo dei punti e da lì costruisco lo stile
di conduzione.

Sei molto più tranquillo e disinvolto
Sicuramente sono più sereno su alcuni fronti e al posto di ragionare troppo
sulle cose che devo dire lascio più spazio all'improvvisazione mia e degli
altri. X-Factor non è un programma che non ha bisogno di un conduttore e impari
a condurlo bene quando capisci che in realtà non devi condurre. Se guardi i
format degli altri Paesi ti rendi conto che siamo indietro di 188 anni. I
presentatori non esistono più o quelli che ci sono occupano piccoli spazi.

Quindi fuori di qui saresti un precario anche tu?
Sì, potrei essere un precario, però mi piacerebbe tantissimo fare programmi
nel classico stile italiano. Non credo che una cosa sia meno di un'altra,
semplicemente sono due cose diverse. Un programma come questo non potrebbe
condurlo un presentatore che vuole dimostrare a tutti di essere il più bravo
del mondo, perché qua sei a servizio di giudici e cantanti.

Oltre X-Factor cosa vedi?
Guardando in prospettiva negli anni vorrei seguire determinate tappe. Per ora
ho fatto talk show, poi sogno programmi come Sanremo. Ma ci vuole tempo, devo
fare i conti con la mia giovane età: sono arrivato in tv nel 2006 con l'Isola
dei Famosi e ho fatto quattro edizioni di X-Factor in tre anni. Ho 30 anni e
per certe cose bisogna avere una certa maturità. È come dire: mi piacerebbe
guidare una Ferrari come il Festival, ma potrei farlo bene come una Clerici o
un Bonolis? No, quindi aspetto. Il mio Sanremo per ora è X-Factor, che mi sono
cucito addosso come un abito.

Ti senti maturato in questi ultimi anni?
Tantissimo. Quando studi ti accorgi di cambiare e se non cambi ti devi
preoccupare. Cambia il rapportarsi coi giudici, col pubblico, con la parte
produttiva e autoriale. Cambia il modo di acquisire un copione, di gestire il
pre-puntata. I cambi in corso d'opera non mi spaventano più.

Dispiacere per qualche potenziale talento scartato?
Ogni anno questo succede, e ogni anno tentiamo di ripescarli. Come è successo
a Juri in passato. Anche quest'anno ce ne sono molti, soprattutto dai 16 ai 24,
una fascia piena di talento. Quelli forti cerchiamo di recuperarli.

Baruffe nell'aria?
La faida più grossa sarà quella tra Elio ed Enrico Ruggeri. Discutono sullo
stesso piano e sono due uomini d'arte con un peso specifico. Andando avanti
diventerà una battaglia. Uno scontro ci sarà.
Una parola per ogni giudice Mara Maionchi è burracosa, un misto tra
burrascosa, burrosa e amante del burraco. Anna Tatangelo… ci penso. Elio è
istrionico, un mutante: con lui può succedere qualsiasi cosa. L'idea di
vestirsi da Morgan alla prima puntata è stato il modo migliore per esorcizzare
quella cosa lì. Se si fosse vestito da Claudia Mori sarei morto, da Simona
Ventura mi sarei ucciso. Di Ruggeri mi fanno ridere le sue metafore della vita,
dall'Antica Grecia al calcio. Ecco, per Anna Tatangelo dico: "Ci farà vedere i
sorci verdi".

E della Marcuzzi?
Mi dispiace ma non posso fornire nessun tipo di risposta né reazione.

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