lunedì 22 novembre 2010

Delitto Sarah Scazzi: Sabrina fece uno «scaltro depistaggio: deve restare in carcere»

Potrebbe inquinare le prove, fuggire o commettere un altro delitto. Il
Tribunale del riesame non dubbi sul movente: gelosia

MILANO - A carico di Sabrina Misseri il Tribunale del riesame di Taranto ha
ravvisato tutte le esigenze cautelari che ne giustificano la permanenza in
carcere: il «concreto pericolo di fuga», il rischio di inquinamento delle prove
e quello che la giovane «commetta delitti della stessa specie per cui si
procede». È quanto si legge nelle 54 pagine dell'ordinanza del Tribunale del
riesame depositata oggi.

NESSUN MOVENTE SESSUALE - Il Tribunale del riesame, ripercorrendo gli atti
investigativi, ha sostenuto che Michele Misseri è credibile anche perché il
solo movente dell'uccisione di Sarah è quello della gelosia che Sabrina nutriva
per Ivano Russo, il cuoco che temeva di perdere proprio a causa della cugina
15enne. I giudici hanno quindi scartato il movente sessuale, «ovviamente
riconducibile alla sola persona di Michele Misseri il quale ha escluso che la
figlia fosse venuta a conoscenza dell'episodio, unico, in cui aveva toccato i
glutei della nipote». Il Tribunale del riesame quindi cambia il punto del
movente dell'omicidio di Sarah Scazzi e, sposando integralmente le
dichiarazioni del padre dell'estetista avetranese, la inchioda a responsabilità
ben precise. Infatti il Tribunale riporta alcune affermazioni dell'amica di
Sabrina, Stefania De Luca: «In qualche circostanza ricordo che Sabrina ha
manifestato il suo disagio - riportano le motivazioni - perché si sentiva
eccessivamente robusta e poteva non piacere ad Ivano, che preferiva la cugina».

LA POSIZIONE DI SABRINA - La forte attrazione, scrivono ancora i giudici,
«nutrita dalla Misseri per Ivano e il conseguente sentimento di gelosia
provato, che vedeva coinvolta la vittima, non lascia dubbi sul movente dell'
uccisione della 15enne di Avetrana». A carico di Sabrina Misseri il Tribunale
del riesame ha ravvisato tutte le esigenze cautelari che ne giustificano la
permanenza in carcere: il «concreto pericolo di fuga», il rischio di
inquinamento delle prove e quello che la giovane «commetta delitti della stessa
specie per cui si procede».

LA POSIZIONE DI MICHELE - La confessione di Michele Misseri è un unico
discorso, secondo i giudici del Riesame, «alla cui conclusione definitiva
costui perviene attraverso un percorso ben preciso connotato da logica e
razionalità». Secondo i giudici, inizialmente il suo obiettivo è stato quello
di far trovare il cadavere della nipote per un fatto di coscienza, tant'è che
lo stesso contadino di Avetrana, nel corso del suo interrogatorio dice: «Perché
non me lo potevo tenere dentro, io mi sono scaricato quella sera quando siamo
andati là, e siamo andati al pozzo, da allora mi sono scaricato un po'».
Michele Misseri era un uomo provato che lottava da giorni e settimane contro
questo enorme peso che si portava dentro, tant'è che alla figlia Valentina in
più di un'occasione aveva riferito di sognare Sarah che nel sonno gli chiedeva
di coprirla perché aveva freddo. Ma lo stesso Michele ha deciso, secondo i
giudici del Riesame, autonomamente di addossarsi integralmente la
responsabilità dell'omicidio così evitando conseguenze negative per la figlia
alla quale, «immediatamente e di sua esclusiva iniziativa», aveva assicurato l'
impunità. «È dunque l'istinto immanente - scrivono ancora i giudici del Riesame
- ad ogni genitore che lo ha determinato ad assumere questo suo primo
comportamento». Questo fatto, secondo il collegio giudicante, è da ritenere
spontaneo e non concordato neanche con la figlia Sabrina.

LA POSIZIONE DI COSIMA - Cosima Serrano, la madre di Sabrina Misseri, ha
mentito quando ha affermato di non essere in casa la mattina del 26 agosto, il
giorno dell'omicidio di Sarah Scazzi, uccisa nel primo pomeriggio. Così
affermano i giudici del Tribunale del riesame. Nell'ordinanza infatti si legge
che «la presenza di Serrano Cosima all'interno della abitazione la mattina del
26.8.2010 (costei ha sempre negato questa circostanza affermando di essere
andata a lavorare nei campi e di essere rientrata per l'ora di pranzo, dopo le
13.00) è confermata oggettivamente dall'acquisizione di documentazione bancaria
da cui risulta che costei, alle ore 12.18, aveva effettuato il versamento di
due assegni bancari sul proprio conto corrente acceso presso la Banca di
credito cooperativo di Avetrana». «In tal senso - prosegue il Tribunale del
riesame - convergono anche le dichiarazioni rese in data 2.11.2010 dal
funzionario di banca Milizia Angelo Carmelo che ha affermato di ricordare
perfettamente tale circostanza, negata dalla ricorrente (Sabrina Misseri, ndr)
e dalla stessa Serrano, ma che conferma il racconto del Misseri».

DIFENSORI - Un punto a favore della difesa. Il Tribunale del riesame non
giudica negativo il tentativo di far cambiare a Michele Misseri avvocato
difensore. Tant'è che nelle motivazioni il Tribunale del riesame dice: «Si
precisa che il tentativo di sostituire l'avvocato Daniele Galoppa nella difesa
di Michele Misseri, contrariamente all'assunto accusatorio (secondo cui
costituirebbe un ulteriore riscontro dell'attendibilità del Misseri tanto da
volerlo indurre a cambiare difensore e conseguentemente strategia difensiva),
attribuisce all'episodio una valenza neutra, aspecifica, potendo magari essere
riconducibile all'iniziativa esclusiva di terzi e non della ricorrente». Quindi
la difesa di Sabrina può tirare un sospiro di sollievo anche in virtù delle
pressioni che era costretta a subire per via di questo episodio.

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