mercoledì 8 settembre 2010

Isola d'Elba, emergenza mufloni Il Parco è costretto ad abbatterne circa 300 all’anno, ma il numero è in continua crescita

Introdotti da corsica e Sardegna per motivi turistici

ISOLA D'ELBA – Nell'isola sono arrivati, come alieni, negli anni Ottanta. Importanti a «scopo ornamentale» dal Comune di Marciana, dalla allora Comunità montana e dalla Provincia di Livorno. E si sono trovati così bene all'Elba, i mufloni della Corsica e della Sardegna, che si sono moltiplicati e oggi stanno provocando problemi molto seri. Il Parco è costretto ad abbatterne circa trecento l'anno, ma il numero è in continua crescita.

BRUCANO I GERANI - L'ultimo episodio ha quasi dell'incredibile. Una coppia di mufloni, animali selvatici e restii ad avere contatti con l'uomo, si sono spinti fino al centro di Poggio, lo splendido paese di montagna con vista sul mare di Marciana Marina, e si sono messi a brucare gerani e piante di ogni tipo nella centralissima piazza Castagneto. «Erano due grandi esemplari», ha confermato Fortunato Mazzei, referente di Poggio, «e probabilmente il branco era molto vicino. Gli animali purtroppo non hanno più paura dell'uomo e si fanno più intraprendenti spinti dalla fame».

COME UNO ZOO - Un campanello di allarme. Assai preoccupante. Perché, come è accaduto per i cinghiali (anche loro introdotti nell'isola) questi animali si stanno moltiplicando con proporzione geometrica. «Il Parco sta spendendo un sacco di soldi per bloccare la proliferazione di questi due animali», denuncia Umberto Mazzantini di Legambiente, «e deve pagare scelte scellerate di amministratori che non hanno compreso l'errore di introdurre all'Elba specie di animali non presenti naturalmente. I cinghiali sono stati introdotti per motivi venatori. I mufloni addirittura perché si pensava fossero un'attrazione turistica, come se l'isola fosse un grande zoo».

ABBATTIMENTI - Gli abbattimenti selettivi non servono a superare l'emergenza. Il muflone si è insediato soprattutto sul versante occidentale. E qui si sta riproducendo a ritmi molto elevati e spesso invade i campi provocando danni non indifferenti alle culture. Quando poi arriva nei centri dei paesi, gli arredi urbani e le piante ornamentali subiscono danni irreparabili. A Poggio sono bastati due mufloni per divorare tutti i gerani della piazza centrale. Quando arrivano in branco, poi, si rischiano danni ingentissimi. Sono in corso studi per cercare di bloccare l'aumento demografico degli animali senza creare squilibri e nel rispetto della loro dignità.

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