sabato 8 gennaio 2011

Faenza: moria di tortore

(Adnkronos/Ign) - ''Sono più di 800 finora le carcasse di tortore che sono state raccolte intorno alla zona industriale di Faenza, e purtroppo il dato è destinato a salire''. Lo rende noto il Corpo forestale dello Stato in un comunicato. ''La segnalazione dei primi ritrovamenti è arrivata domenica scorsa al Comando Provinciale di Ravenna del Corpo forestale dello Stato che è subito intervenuto con la presenza del servizi di Polizia Giudiziaria - si legge nel comunicato - Sin dall'inizio della settimana scorsa, presso i laboratori dell'IZSLER, l'Istituto Zooprofilattico sperimentale di Luco di Ravenna, sono in corso difatti gli accertamenti diagnostici su alcuni campioni di tortore così come presso le Asl locali con le quali tra l'altro, di concerto, si stanno organizzando le misure necessarie di intervento, non appena si definiranno le cause di decesso''. Il Corpo forestale fa sapere che ''già domani si avranno certezze sui decessi per ciò che attiene il quadro virologico, mentre per le analisi tossicologiche si avranno nel corso prossima settimana''.

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Per ora l'ipotesi più plausibile e più accreditata, informa la Forestale, ''è quella di uno squilibrio digestivo per eccesso di cibo legato ad un momento sfavorevole delle condizioni atmosferiche. Nel frattempo, tra l'altro, e per seguire ogni ipotesi, Il Nucleo Investigativo ha eseguito alcune indagini e prelievi dal materiale dello stabilimento di distilleria, nell'area in cui sono state rinvenute diverse carcasse di tortore. Ma si tratta al momento, dai prelievi assunti, di semi di mais e di girasole di cui sono ghiotti le tortore e i piccioni. Di questi ultimi non ne è stato rinvenuto alcun esemplare morto''. Il Corpo Forestale ''ha inoltre predisposto una annotazione di Polizia Giudiziaria al fine di accertare, data la delicatezza del caso, l'esistenza di eventuali responsabilità al fine di vagliare e non tralasciare alcuna ipotesi possibile''.

Andando Oltreoceano, per gli esperti le misteriose morie di pesci e uccelli avvenute negli ultimi giorni negli Stati Uniti non hanno nulla di strano ma si tratta di eventi naturali che accadono di tanto in tanto e che sono stati enfatizzati dai media.

La 'pioggia di merli' sulla cittadina di Beebe in Arkansas avvenuta poco prima della mezzanotte della vigilia di Capodanno viene attribuita dai biologi al rumore dei botti. Lo stormo di merli stava probabilmente dormendo quando è stato svegliato bruscamente dal rumore e gli uccelli, disorientati, si sono alzati disordinatamente in volo sbattendo gli uni contro gli altri. Secondo l'ornitologo Kevin McGowan sono cose che a volte succedono, ma se gli uccelli cadono in campagna le volpi se li mangiano e nessuno se ne accorge.

Quanto alla misteriosa morte di due milioni di pesci tamburo in Maryland la spiegazione risiede nel brusco abbassamento della temperatura avvenuta in quei giorni. Si tratta infatti di pesci molto sensibili al freddo e i morti erano quasi tutti esemplari molto giovani. "C'è stato un freddo che non si vedeva da 25 anni", ha dichiarato Dan Stoltzfus, portavoce del dipartimento ambiente del Maryland, ricordando che l'ondata di freddo del 1976 costò la vita a 15 milioni di pesci tamburo.

Infine l'improvvisa moria di decine di migliaia di pesci e crostacei in Louisiana è la conseguenza di una alterazione dei livelli di ossigeno nella superficie dell'oceano, dovuta a fenomeni naturali come una diminuzione dei microrganismi presenti nell'area o ad un afflusso di acque più profonde. Robert Barham, capo del dipartimento per gli Animali selvatici e la Pesca di questo Stato, sottolinea che è già accaduto in passato. "Non vi è stato nulla di inatteso", ha aggiunto.

Secondo Carol Meteyer, veterinario del centro nazionale americano per la salute degli animali selvatici (National Wildlife Health center), tutte queste morie accadono regolarmente ma non sempre sotto gli occhi del pubblico. "La differenza è nei media - spiega - ottengono maggiore notorietà. Ma non penso siano più frequenti che in passato".

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