sabato 8 gennaio 2011

Lavoro: Web e uffici in comune per sfidare la crisi che brucia il lavoro






Dall'inventore del carica batterie
universale all'ingegnere cresciuto
studiando l'iPhone e Facebook
Ecco le ricette di chi ce l'ha fatta

Gianluca Garibaldi, 24 anni, milanese, laurea in Ingegneria, a 22 anni faceva il manager, responsabile per il mercato italiano di una multinazionale tedesca. S'è stancato in fretta, e l'anno dopo ha creato una applicazione per smarthpone con cui cercare l'anima gemella tra la folla: un successo. Oggi è il leader dell'associazione che mette in rete i giovani imprenditori usciti dalla Bocconi e cura progetti di internazionalizzazione per le imprese. Eppure, nonostante abbia bruciato le tappe, non si considera un solista. «Il networking- dice- la collaborazione, portano al successo più della competizione esasperata». Più o meno lo stesso pensiero di Giorgio Orazietti, che di anni ne ha ventinove e ha trovato il modo di mescolare la passione per la montagna con la capacità di fare impresa. L'idea l'ha avuta all'inizio del 2000: a Roma ha fondato la Regor, un'azienda specializzata nel restauro edile che- rispettando le norme sulla sicurezza sul lavoro- riesce a fare a meno di gru e ponteggi, abbassando i costi e azzerando i problemi burocratici. «Sono appassionato della natura e degli ambienti selvatici, e ho trovato naturale- racconta- replicare le mie passioni in campo professionale».

Garibaldi e Orazietti sono solo due dei duecento ragazzi scelti dal ministero della Gioventù per partecipare al Festival dei talenti, una tre giorni dedicata agli innovatori made in Italy andata in scena a Roma alla fine del 2010. «C'è un'Italia giovane che non si vede, che lavora e ha talento ma non sta sotto i riflettori- dice Paolo Di Caro, direttore generale dell'Agenzia Nazionale Giovani, l'organismo creato dal governo che si occupa degli under 35- ma i media preferiscono raccontare storie di disagio piuttosto che descrivere il coraggio di una generazione che si ritrova ad affrontare le difficoltà di una società più complessa rispetto al passato».

Qualcuno ce l'ha fatta anche senza muoversi dalla provincia. Igor Spinella, modenese, insieme a Felice Garlinzoni ha creato e dirige la Feligan, che produce dispositivi elettronici di ultimissima generazione, dai caricabatteria universali per i telefoni cellulari ai macchinari più sofisticati per la biomedica, ma di lasciare l'Emilia, non se ne parla. Non hanno nessuna intenzione di fare le valigie neppure i ragazzi di Thounds, il social network della musica con uffici a Roncade, provincia di Treviso, dove è ospitato da H-farm, un incubatore privato di start up che raggruppa oltre venti micro-aziende votate all'innovazione. Al Facebook dei rocker hanno già aderito gruppi importanti, come i Velvet. «Il web ha sottratto tantissimo al mondo della produzione musicale negli ultimi dieci anni- così Francesco Fraioli -. Oggi i tempi sono maturi perché inizi a restituire una parte di ciò che la pirateria online ha sottratto, creando nuove occasioni e modalità di promozione. Thounds per alcuni sarà anche un'occasione di emergere da un punto di vista professionale».

Oltre ai talenti premiati dall'Agenzia, poi, c'è in giro una sfilza di cani sciolti: il primo della lista è Giacomo Triglia, che a Cosenza ha creato il Tycostudio, un laboratorio di grafica e design con clienti in mezza Europa. «Io voglio vivere in Calabria ma ho lavorato e lavoro con realtà nazionali- dice-. Ora per chi fa il mio mestiere è possibile. Grazie a internet le distanze non esistono. Il costo della vita a Cosenza è inferiore rispetto alle città del Nord e le priorità per me sono la serenità e la possibilità di guadagnare facendo quello che più mi piace» .

Storia simile, ma dalla parte opposta dello stivale, per Filippo Rubini. Ha scelto di lanciare una linea di borse per la spesa in materiale ecologico dopo un viaggio in Austria, lasciando il posto fisso e aprendo una piccola impresa alla periferia di Bologna. Fatturato di 50mila euro il primo anno, l'obiettivo è quadruplicarlo quello successivo. «Lo scetticismo dei parenti ha lasciato il posto all'entusiasmo», dice. Dunque, si può fare. Ma l'unica strada, dice Di Caro, è «dare spazio ai giovani, al merito e al talento. La bussola deve essere orientata verso la valorizzazione dei ragazzi e soprattutto verso una corretta informazione delle opportunità esistenti. Il nostro obiettivo è incoraggiarli a riflettere su temi di rilevanza europea e ad assumere ruoli attivi nelle proprie comunità».


con lastampa.it

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