giovedì 6 gennaio 2011

Avvenire contro il Grande Fratello "Si bestemmia e Mediaset assolve"

Il direttore del quotidiano dei vescovi, Marco Tarquinio, risponde ad una
lettrice: "Si mette in scena il rito dell'indulgenza verso un'autentica
blasfemia". Quest'anno, per la prima volta, un bestemmiatore è stato "assolto"
dagli autori del reality e, di conseguenza, è stato riammesso un concorrente
espulso l'anno scorso per lo stesso motivo

Avvenire contro il Grande Fratello "Si bestemmia e Mediaset assolve" Alessia
Marcuzzi
ROMA - Diventa un caso la bestemmia pronunciata da uno dei concorrenti del
Grande Fratello. Lo diventa anche perchè, stavolta, a differenza del passato,
non è scattata l'espulsione dal reality di Canale 5. Mossa che ha provocato lo
sdegno di Avvenire che parla di "indulgenza" di Mediaset verso i bestemmiatori.

Tutto nasce da una lettera indirizzata al direttore Marco Tarquinio da una
lettrice che spiega il suo disagio nei confronti della tramissione condotta da
Alessia Marcuzzi. Due gli episodi citati: "l'assoluzione" data a Matteo
Casnici, concorrente di questa edizione pizzicato dalle telecamere mentre
bestemmiava e il conseguente rientro di un concorrente 1 della passata edizione
espulso per lo stesso motivo. "Come mai si tollerano cose del genere ed è stato
esiliato dalla Rai Beppe Bigazzi per aver detto che in tempo di guerra si
mangiavano i gatti?'' 2, si chiede la lettrice.

''Personalmente, cara Sara (questo il nome della lettrice), qualcosa l'ho
fatta gia' da tempo: ho cancellato - scrive Tarquinio - la brutta china del
Grande Fratello dai miei possibili percorsi televisivi. Rifiutare certi
prodotti tv e' l'arma piu' forte di cui disponiamo, ma so anch'io che non e'
sempre sufficiente. E anche stavolta, purtroppo, ne abbiamo una prova assai
chiara''.

''Ci sono ideatori di spettacoli - prosegue Tarquinio - che pur di 'fare
ascolti' e tenere accesi i riflettori programmano - ma mi verrebbe da dire
premeditano - incidenti-esca. Il caso del bestemmiatore e' emblematico. Dico
solo questo: mentre nel mondo ci sono decine di milioni persone che soffrono e
vengono uccise per la propria fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte
per 'blasfemia' solo perche' non rinunciano alla nostra fede in Gesu' Cristo
''vero Dio e vero uomo'', in Italia - culla del cristianesimo e cuore della
cattolicita' - non si fa solo spettacolo dell'offesa a Dio e alla buona
educazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il
rito dell'indulgenza verso un'autentica blasfemia espressa nella sua forma piu'
volgare e urtante''.

Il riferimento è al dibattito che si è aperto in trasmissione sul "che fare"
del concorrente bestemmiatore. In studio è stata chiamata la madre (catechista)
del ragazzo e il direttore di Chi Alfonso Signorini. Alla fine è scattata
l'assoluzione con una motivazione che richiama quella che monsignor Fisichella
diede dopo la bestemmia di Silvio Berlusconi 3. Ovvero: bisogna
contestualizzare l'offesa. Tradotto, se la bestemmia non è detta con
l'intenzione di offendere, è meno grave. Introdcucendo una sorta di
"gardualità" dell'offesa alla religione cattolica.

E così il concorrente balsfemo è rientrato e a ruota è tornato nella casa
anche l'altro ragazzo espulso lo scorso anno dopo per un comportamento analogo.
Un atteggiamento che ad Avvenire non piace: "''Trovo assai grave, e mi sembra
incredibile e incivile che la dirigenza di Mediaset continui a subire e,
dunque, avalli tutto questo''.

con repubblica.it

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