sabato 8 gennaio 2011

Uova alla diossina: «Sono anche in Italia ma in minima quantità e tutte tracciate»

Fazio: controlli a tappeto dei Nas, filtro anche su latte e carni suine. I test: livelli 78 volte superiori alla norma



MILANO - L'Italia ha importato una limitata quantità di uova dalla Germania, ma grazie all'etichettatura è possibile rintracciarle guardando il marchio di produzione e provenienza. Lo ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio dopo che l'allarme per i prodotti contaminati da diossina si è esteso in tutta Europa.

PRODOTTI ITALIANI SICURI - Il ministro ha rassicurato sul fatto che i prodotti italiani (latte, carne e uova), marchiati e tracciabili, «sono garanzia di sicurezza». Per quanto riguarda il latte, ai produttori italiani che lo importano dalla Germania è arrivata una lettera del ministero con la richiesta di effettuare indagini specifiche per la diossina; in più saranno effettuati controlli a campione da Nas e Regioni in tutta la Penisola. Oltralpe proseguono le indagini: nuovi test hanno indicato che i livelli di diossina nei grassi animali prodotti dalla ditta tedesca sotto accusa, la Harles und Jentzsch, erano circa 78 volte sopra la norma. Uno scandalo che ha portato alla chiusura di oltre 4.700 allevamenti di polli e suini e che ha investito anche Olanda e Gran Bretagna, dove sono arrivate le uova contaminate.

DOPPIO FILTRO DI CONTROLLO - Il Ministero della Salute ha disposto un doppio filtro per individuare l'eventuale presenza di diossina nei prodotti alimentari, con un controllo all'origine da parte delle aziende importatrici e un sistema di verifica al dettaglio nelle regioni. La prossima settimana, il 12, è in programma una riunione tecnica a Bruxelles. «E il 13 a Roma ho convocato una riunione con i tecnici che hanno partecipato all'incontro di Bruxelles, i Nas e le Regioni - aggiunge Fazio -. Insieme si metteranno a punto modalità di controllo a campione». Per il latte a lunga conservazione e le carni suine, sui quali non è prevista l'etichetta che indica l'origine, «potremo contare su questo doppio filtro». Ricostruendo poi le cause della contaminazione in Germania, Fazio spiega che la Harles und Jentzsch produceva contemporaneamente olii industriali e acidi grassi recuperati da olii di scarto alimentari da aggiungere ai mangimi.


con corriere.it

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