martedì 14 settembre 2010

Tv: "Avete ucciso Fantozzi"

È nato come modello, è diventato famoso in Italia come vincitore dell'Isola( 2004) e insegue da qualche anno il sogno di diventare un bravo attore nonostante le difficoltà distributive di un Paese dove c'è troppa paura di rischiare. Per questo, dice Sergio Muniz , "di buoni film se ne fanno tantissimi, ma poi al grande pubblico ne arrivano ben pochi". Lui, nel frattempo, si è sposato, ha girato l'Italia con il suo furgone e ha pubblicato un cd. Perché, "ha un estro artistico troppo difficile da contenere"...

Il 17 ottobre esce il tuo nuovo film, Sharm El Sheikh. Una commedia "scanzonata"
In realtà a livello di sceneggiatura non è il solito film demenziale, alla Boldi o De Sica. Tratta temi delicati, quali la precarietà nel mondo del lavoro, la paura della disoccupazione, come uno si possa ingegnare per risolvere i propri problemi di vita. Non a caso metà attori sono comici e l'altra metà no.

Poi è diventato "altro" in fase di montaggio?
Diciamo che lo stanno "vendendo" come un film di quel genere, quando non lo è. Almeno sulla carta non lo era, poi staremo a vedere...

Hai dei pregiudizi verso i film commerciali?
Per carità, sono quelli che fanno più cassetta. Ma non sopporto quando vendono meloni per mele, ecco questo non mi piace. La gente potrebbe rimanerci male. Va al cinema pensando di vedere una cosa e se ne trova davanti un'altra.

E cosa dovrebbe aspettarsi da Sharm El Sheikh?
Quello che posso dire è che si ride ugualmente, ecco. Almeno noi abbiamo riso tantissimo, sul set. Ma c'è anche dell'altro.

La sostanza dietro la risata?
Ovviamente. Come succedeva nella migliore commedia all'italiana. Anche dietro Fantozzi c'era tanta filosofia. Ma questa cosa si è persa. Ormai siamo abituati a vedere i film doppiati, ma così si ammazza la verità dei personaggi. Nella vita vera nessuno parla in dizione. Ecco perché è difficile fare le cose come si facevano una volta, quei film che davvero hanno rivoluzionato la storia del cinema. La commedia all'italiana che riprendeva i personaggi dalla strada, magari esasperandoli, come in Fantozzi, ma nei quali la gente poteva risconoscersi.

Si è persa la capacità di raccontare il reale?
Sì, per paura. Quando uno ha paura di rischiare, perché si vogliono per forza fare film di respiro internazionale, che possano andare bene anche all'estero. Preoccupandoci troppo della regionalità, della parlata non perfetta dell'attore. Invece bisognerebbe fregarsene. Il vero problema è che ormai siamo abituati a vedere film doppiati, visto che vediamo solo film americani, in cui parlano in dizione perfetta.

Anche in Spagna c'è lo stesso problema?
No, lì c'è molta più gente che rischia, c'è meno paura. Forse perché il cinema è più protetto. Per quanto ci sia crisi anche da noi. Certo, proprio per questo motivo molti mi dicono: ma che fai qui? Perché non vai in Spagna a fare bei film? In realtà non è tutto oro quel che luccica, anche lì ci sono molti problemi e difficoltà. Però lì gli attori sono più tutelati a livello artistico. Le distribuzioni funzionano meglio.

Ti piacerebbe essere diretto da Pedro Almodovar?
Bè, non sarebbe male! Come non mi dispiacerebbe Amenabar. Quando arriva un produttore o la distribuzione a dirgli: "devi far lavorare questo attore", loro se li mangiano! "Guarda che il regista sono io, decido io. Non ti sta bene? Allora prendine un altro!" E io le ho viste fare, queste cose…È gente che ha coraggio, Qui in Italia invece nessuno rischia perché ti cacciano a pedate. Eppure si fanno tantissimi film e anche molto belli. Se giri per i festival, anche quelli piccolini, ti rendi conto di quanti ce ne sono. Peccato poi che molti non trovino distribuzione. Io ho fatto qualche film indipendente molto bello, poi mi chiedo: ma perché non esce? Ecco, non lo so, vorrei saperlo

Hai qualche film bloccato?
Certo, partendo dai Borgia, superproduzione spagnola, con un 20% di produzione italiana, distribuito ovunque tranne che in Italia. Certe cose non hanno una spiegazione. Anzi, in realtà ce l'hanno e la posso anche intuire, ma non ho le prove per dirlo a gran voce...

Musica, cinema, modello: ti è rimasto un sogno nel cassetto da realizzare, un progetto cui tieni particolarmente?
Tantissimi. Intanto non credo di essere ancora arrivato davvero a niente nel campo della recitazione, sento di avere ancora molto da dimostrare. Non ho ancora avuto grosse opportunità, vorrei crescere. Anche nella musica vorrei continuare. Ho un estro artistico che fatico a contenere, a volte esplode nella musica, altre nel disegno, altre nella recitazione, che ormai è diventato il mio lavoro primario. Io non mi fermo, così come non si fermava Michelangelo di fronte a un quadro o un disegno, piuttosto che a una chiesa o a una scultura. Un attore come Vincent Gallo ora fa il pittore, Daniel Day Lewis il calzolaio, Joaquin Phoenix si è dato al canto, così come Jared Leto dei 20 second to Mars, o Jennifer Lopez, che recita, canta, balla. Non dobbiamo targhettizzare gli artisti. Che poi uno sia più bravo in una cosa piuttosto che un'altra è scontato. Anche Leonardo era più bravo a dipingere che costruire. Ma bisogna provarci, un artista non si deve mai frenare.

Tra il mondo della moda, dove hai mosso i primi passi, e quello dello spettacolo (tv e cinema) quale ritieni sia più pericoloso, per uno che inizia. Qual è quello in cui è più facile perdersi?
Assolutamente la televisione

Più del mondo della moda, da tanti additato come un inferno per i giovani?
Certo, perché in tv ci sono molti più interessi. Nella moda sono più piccoli e quindi le pressioni sono minori, è più facile scappare. In televisione una volta che entri in circolo è più complicato sganciarsi. Il mondo della moda è sempre criticato, ma solo perché i modelli sono spesso molto giovani. A 30 anni sei già vecchio, ovvio che sia più facile venire manipolati. Ma guarda che lo stesso succede anche negli altri ambienti

Il ricordo più bello che ti porti dietro dall'Isola dei Famosi?
Sono passati troppi anni, quasi sei! Ormai si mescolano insieme i positivi coi negativi...

Col senno di poi, lo rifaresti?
Una seconda volta no. Ma tornando indietro sì

Hai fatto il presentatore al El traidor, in Spagna Cos'era?
Una sorta di Talpa, senza la parte trash che avevate voi. Erano prove tra concorrenti dove c'era un traditore da scoprire. Ma le prove erano più di coraggio: buttarsi da un aereo, fare la caccia al tesoro dentro un museo, resistere sotto una doccia gelata.

Trovi che la tv italiana sia troppo trash?
In realtà la spagnola è pure peggio! Quella italiana non è certo la peggiore, anche se c' tanta merda. Non posso negarlo.

Un regista da cui vorresti essere diretto?
Italiani direi Bellocchio e Crialese. A livello internazionale i fratelli Cohen.

Ami la commedia graffiante?
Beh, ma anche loro hanno fatto cose molto serie, Non è un paese per vecchi era quasi un horror, fantastico!

Un attore e una attrice con cui vorresti lavorare?
Non mi viene da dire un nome in particolare, l'importante, quello che mi piace, è che mi sorprendano. È una questione di feeling. Potrei dirti dei nomi, poi magari trovandomeli davanti non mi ci troverei. La verità è che ci si dovrebbe aiutare a vicenda e la maggior parte degli attori questo non lo fa

Davvero?
Certo, siamo tutti egoisti. Dovremmo lavorare meno per noi stessi, più per la storia che raccontiamo.

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