martedì 14 settembre 2010

La rivoluzione della Coppa America Dopo 159 anni il futuro è dei catamarani

Annuncio del defender: addio alle barche «tradizionali», nel 2013 in palio il
trofeo con multiscafi ad ala rigida


MILANO - Addio a oltre un secolo mezzo di storia. La Coppa America, dopo 159
anni, sceglie i multiscafi, come nell'ultima singolare edizione dello scorso
febbraio, con la sfida tra i giganti di Alinghi e Bmw Oracle. Sembrava un
capitolo a parte, un episodio bizzarro frutto del braccio di ferro tra i due
magnati che si contendevano il trofeo sportivo più antico del mondo, Larry
Ellison ed Ernesto Bertarelli. Invece l'America's Cup lascia (per sempre?) il
fascino dei monoscafi che ne hanno scritto la storia, dalla goletta America ,
che portò la Coppa delle Cento Ghinee a New York, ai cutter dell'epoca di
Thomas Lipton, dai meravigliosi J-Class degli anni Trenta alla «Classe Coppa
America» che ha accompagnato le ultime edizioni a partire da quella del Moro di
Venezia, all'avventura di Luna Rossa fino al 2007 a Valencia, con il bis di
Alinghi. Nel 2013 gli sfidanti che vorranno contendere il trofeo ora custodito
dal Golden Gate Yacht Club di San Francisco, lo dovranno fare realizzando un
catamarano con le caratteristiche di base presentate a Valencia da Russel
Coutts, plenipotenziario di Larry Ellison e del defender Bmw Oracle, insieme a
Vincenzo Onorato, che con il Mascalzone Latino Audi Team ha il ruolo di
Challenger of Records, ovvero di rappresentante di tutti gli altri possibili
sfidanti.

RIVOLUZIONE - Quella decisa dal detentore è una vera e propria rivoluzione.
Radicale, ma non del tutto inattesa. Era nell'aria già quando Ellison aveva
conquistato il trofeo nel duello contro il team svizzero di Bertarelli e aveva
lasciato aperte le porte alla possibilità di un futuro di Coppa America
affidato proprio ai multiscafi. Russel Coutts, insieme al Challenger of
Records, in questi mesi ha avviato un percorso di ampie consultazioni con
tecnici, progettisti, rappresentanti dei team possibili sfidanti, per valutare
quale sarebbe stata l'opzione migliore tra proseguire con i monsocafi (seppur
di nuova concezione) o ideare una nuova classe di multiscafi per l'America's
Cup. E alla fine, la scelta è stata a favore della seconda ipotesi. Nasce così
l'AC72, un catamarano con ala rigida (al posto della tradizionale vela
principale), sul modello di quella usata proprio da Oracle per il trimarano che
ha trionfato nella 33esima edizione.

Il designer Pete Melvin spiega le caratteristiche dell'AC72 (Reuters)
Il designer Pete Melvin spiega le caratteristiche dell'AC72 (Reuters)
CARATTERISTICHE - Come saranno i catamarani di Coppa America? Lunghi circa 22
metri, larghi 14, con un albero di 40 metri, 7 tonnellate di peso, superficie
velica di circa 300 metri quadrati, manovre comandate da sistemi idraulici che
mandano in pensione i grinder e lasciano a bordo 11 uomini di equipaggio invece
dei 17 dei monoscafi (guarda l'animazione e il disegno). Saranno un po' meno
grandi dei due giganti visti in regata a Valencia per la 33esima edizione (30
metri di lunghezza e quasi altrettanto in larghezza), ma sempre in grado di
sollevare uno scafo già con 5 nodi di vento e sviluppare una velocità superiore
a quella del vento reale anche ben sotto i 10 nodi. Insomma, è stata data
priorità allo spettacolo sia per l'aspetto visivo (dalla prossima edizione
cameraman a bordo durante la regata), sia per quello delle attese di condizioni
meteo ideali, che erano un problema e dovrebbero ridursi, almeno in teoria.
«Queste barche hanno un'accelerazione fantastica, sono più flessibili e vanno
benissimo per il match race - ha dichiarato Russell Coutts - . Noi crediamo che
questo nuovo regolamento e queste nuove imbarcazioni metteranno di nuovo
l'Americá Cup in vetta al nostro sport».

IL PRECEDENTE - Si vedrà, ovviamente. La prima sfida su multiscafi della
storia della Coppa America non ha convinto tutti. Le due match race messe in
scena da Alinghi e Oracle sono state ben poco spettacolari rispetto a quelle
dei monoscafi: si sono risolte in due prove di velocità pura, senza duelli
ravvicinati e incroci. Anche il problema meteo non si è rivelato facile da
affrontare. E' vero che si può dare la partenza con pochi nodi di vento, ma
quel vento deve essere stabile e costante su un campo molto più esteso di
quello per una regata «normale».
Un rendering dell'Ac72 (America's Cup website)
Un rendering dell'Ac72 (America's Cup website)
Nell'unica sfida fin qui disputata in America's Cup, i rinvii e gli
annullamenti sono stati diversi. Ma va detto che era anche la «prima» assoluta
per progettisti, giudici, organizzatori e velisti. Ora dipenderà molto dagli
sfidanti. Cui viene in ogni caso prospettata una gestione condivisa con molte
garanzie sia per la parte economica sia per la continuità sportiva. Oltre alla
novità della barca, il defender ha infatti studiato un meccanismo sulla carta
invitante e, soprattutto, non troppo costoso. Defender e Challenger nomineranno
un Regatta Director dell'Americ's Cup Race Management, o ACRM, una
organizzazione indipendente che gestirà l'evento. E ci saranno tappe di
avvicinamento per consentire la formazione e crescita dei team su multiscafi:
il passaggio intermedio saranno gli AC45, catamarani più piccoli, tutti uguali,
forniti dall'organizzazione, con i quali l'anno prossimo e nel 2012 i team che
lanceranno la sfida disputeranno le AC World Series, una serie di regate
preparatorie.

SEDE DA DEFINIRE - «Questi cambiamenti - ha detto Coutts - daranno la stessa
opportunitá a tutti i concorrenti e la stabilitá economica a lungo termine a
tutte le squadre e tutti i partner commerciali. Noi abbiamo promesso bellezza
ed innovazione e questo è quello che abbiamo fatto. Avevamo l'esigenza di
rinnovare radicalmente la Coppa America per attrarre anche un pubblico più
giovane e ridurre drasticamente i costi per i team e per i loro sponsor.
Abbiamo elaborato il protocollo più equo e paritario della storia di questa
competizione che permetterà la partecipazione di molti team, in grado di
competere ai massimi livelli per la conquista del trofeo più ambito».
Completamente in sintonia anche Onorato: «La svolta dei multiscafi? Bisogna
essere aperti alle novità. Questa imbarcazione formerà una nuova generazione di
velisti. I costi di una sfida di Coppa fino ad oggi sono stati altissimi e i
ritorni di immagine per lo sponsor non commisurati all'investimento. La
partecipazione con un catamarano costa almeno il 20% in meno rispetto al
monoscafo, richiede meno persone in equipaggio, meno vele. Sulla parte
organizzativa il Defender ha mantenuto la parola. L'America's Cup avrà regole
eque e una gestione della regata veramente indipendente. Questo cambio sarebbe
dovuto avvenire anni fa. E vedo le ragioni per cui questo importante sviluppo
durerà nel futuro.». Per il futuro più prossimo, quello della 34esima Coppa
America, l'unico tassello ancora da inserire nel quadro descritto da Coutts e
Onorato è la sede. Trattative e valutazioni sono tuttora in corso. L'annuncio
sarà dato a fine anno.

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