Va all'argentino contro pronostico il massimo riconoscimento del calcio europeo: battuta la concorrenza di Iniesta e Xavi. Mourinho, che precede Vicente Del Bosque e Pep Guardiola, eletto miglior allenatore. Spagna senza riconoscimenti
IL VALORE immenso del giocatore non si discute, ma stavolta la decisione dei numerosi votanti, tra giornalisti (un centinaio), ct e capitani delle Nazionali (in tutto quattrocento), desta un certo stupore. Il più stupito è soprattutto il vincitore del Pallone d'Oro, Leo Messi, che si conferma dopo il successo del 2009 (l'ultima doppietta era stata di van Basten): il più forte tutto sommato è lui, questo non si discute, ma considerati i comuni canoni di assegnazione del trofeo, a parte la Liga conquistata con il Barcellona - e non è nemmeno poco - la profonda delusione Mondiale con l'Argentina ed il semiflop in Champions, sembravano deporre a suo sfavore.
DELUSIONE SPAGNA - Battuti Andres Iniesta e Xavi Hernandez, che la vittoria nel Mondiale con la Spagna aveva lanciato in pole. Un paradosso, proprio la squadra campione del mondo non porta via nulla dalla serata di gala a Zurigo. Tra i tecnici infatti Vicente Del Bosque e Pep Guardiola fanno strada a Josè Mourinho. Anche adesso che Mou fa i suoi show al Bernabeu, l'ultimo davanti alla panchina del Villarreal ha esasperato un giocatore valenciano che gli ha tirato una bottiglietta, tocca ancora a lui issare in alto il vessillo dell'Inter. Evocato costantemente anche dopo la sua partenza, prima con un malcelato astio da Rafa Benitez, quindi con maggiore 'slancio' da Leonardo, Mou agita il drappo nerazzurro in quel di Zurigo. La sua premiazione con il Pallone d'Oro dei tecnici è di fatto la sintesi della stagione dell'Inter, riabilitata nelle stanze
Mourinho ha battuto sul filo quello che nelle ore precedenti sembrava essere in vantaggio, il campione del mondo Vicente Del Bosque. Non ce l'ha fatta il tecnico che ha portato la Spagna dove nessuno era mai riuscito prima: il suo aspetto bonario, da buon padre di famiglia, si è inchinato all'istrione, a colui che alla guida del Real si è ripresentato al Meazza, sponda rossonera, faccia tosta a disposizione delle telecamere e gesto del triplete.
MOU: "PREMIO PER I TIFOSI DELL'INTER" - "Sono il miglior allenatore al mondo perchè sono stato l'allenatore della migliore squadra del mondo nel 2010". Le prime parole di Josè Mourinho sono per il club nerazzurro. "Quello che non mi è piaciuto è che il ragazzo che mi ha presentato ha detto 'Mourinho allenatore del Real Madrid' - spiega ai microfoni di Sky Sport - Avrebbe dovuto dire 'allenatore dell'Inter e del Real Madrid', perchè questo premio è più per l'allenatore dell'Inter". Durante il gala il tecnico di Setubal si è anche commosso per le parole di Sneijder, ma anche "per gli abbracci di Maicon e degli altri. Tutti i giocatori dell'Inter, il presidente, tutta la gente nerazzurra sono molto felici per me. Eravamo una famiglia e io continuo a sentirmi parte della famiglia. Mi piacerebbe domenica entrare a San Siro e andare sotto la curva con tutti i giocatori a mostrare questo premio ma non posso. Io voglio che l'Inter vinca tutte le partite tranne quelle contro il Real - dice ancora Mou - Sono interista. Lo scudetto? Se il Milan pareggia qualche partita e l'Inter continua a vincere, può farcela". Ma niente regali, perchè Kakà resta blancos. "Dopo tutto il tempo che c'è voluto per curarlo adesso resta con noi - afferma - Lui stesso mi ha detto che vuole dimostrare il giocatore che è nel Real, Kakà resta con noi".
MOU INTRUSO NEL DOMINIO DEL BARCA - 'Mourinho l'intruso', caratterialmente la definizione piacerebbe al portoghese. Si mette in mezzo, intralcia la cavalcata trionfale sul red carpet dei tre cavalieri del Barcellona. Primo Messi, poi nell'ordine Iniesta e Xavi. In uno sport molto simpatico in cui i tre sono protagonisti, la chiusura di Messi rende perfettamente l'idea della matrice del successo. "E' di tutti", dice l'argentino, mai cosa più giusta vista la macchina perfetta che ormai è diventata il Barcellona di Pep Guardiola, altra 'vittima' di Mourinho (decisiva la doppia semifinale di Champions tra Inter e Barça) nella corsa alla panca d'oro. Sulla scelta non ha dunque pesato l'effetto emotivo del Mondiale, quella ragnatela condotta a velocità folli e con padronanza tecnica straordinaria che ipnotizza tutti delle furie rosse. Ha vinto Messi, ha vinto la incredibile facilità con cui ha trovato la via del gol, le serpentine che hanno fatto fare a fior di difensori la figura dei pivelli. Ma la decisione farà discutere, anche perchè priva due grandi talenti come Iniesta e Xavi di vincere un grande trofeo: per una tipologia di giocatori come la loro, difficilmente si presenterà una nuova occasione.
ECCO LA SQUADRA IDEALE - Votata una compagine tatticamente perfetta per un 4-3-3. Snocciola la formazione magica Marco van Basten. Casillas miglior portiere, tra i difensori Puyol, Piquè, Lucio, Maicon. I centrocampisti: Iniesta, Xavi, Sneijder. Gli attaccanti: Cristiano Ronaldo, Villa e Messi. Un ennesimo trionfo del Barcellona, sul palco ben 6 giocatori blaugrana contro due del Real Madrid e tre dell'Inter. Una grandissima squadra, anche equilibrata dal punto di vista tattico, che rappresenta tre squadre ed appena due campionati: la nostra Serie A e la Liga. Fuori gioco il calcio inglese e quello tedesco.
IL GOL PIU' BELLO - Un buon giocatore, ma non una stella di prima grandezza ha ricevuto il Premio Puskas per il gol più bello. Ha vinto il centrocampista del Bayern Monaco Hamit Altintop. La prodezza nella gara vinta dalla nazionale turca in Kazakhstan: uno stroardinario destro al volo dai 20 metri su cross proveniente da calcio d'angolo.
MARTA TRA LE DONNE - La calciatrice brasiliana Marta si è confermata tra le donne. Eccezionale la serie della giocatrice, che si aggiudica il trofeo per la quinta volta consecutiva.
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