venerdì 25 febbraio 2011

A Tripoli si spara casa per casa


Si continua a combattere in Libia. A Tripoli la situazione è drammatica. Si combatte senza esclusione di colpi. Le forze di Gheddafi stanno sparando pesantemente sui civili, che sono disarmati ed entrano nelle case per fare fuoco. Si contano numerosi morti anche nelle strade.
Lo riferisce al Tg3 una ex diplomatica che si trova nella capitale libica.



Intanto cresce la preoccupazione per le possibili mosse del dittatore. Un ex ministro ha messo in guardia che Gheddafi ha "armi chimico-batteriologiche e non esiterà ad usarle" per reprimere la rivolta in Libia. Lo scrive il sito inglese di Al Jazira sintetizzando dichiarazioni fatte alla stessa tv araba da Mustafa Abdel Galil.

Dopo Bengasi, anche Misurata, la terza città della Libia, è caduta nelle mani dei ribelli che hanno respinto con forza l'avanzata dei miliziani di Gheddafi. 

E mentre il Colonnello continua a stare asserragliato nel suo bunker sotterraneo, a Tripoli per oggi è prevista una grande manifestazione di giovani che si sono passati la voce  via sms. Tutto questo  proprio mentre in città si prepara la battaglia finale.

L'Onu si riunirà oggi in seduta straordinaria, su richiesta dell'Unione Europea, e potrebbe essere adottata una risoluzione per la sospensione del paese dall'organizzazione e per l'apertura di un'indagine indipendente sulle violazioni commesse in occasione della repressione.

La Francia e la Gran Bretagna hanno proposto al Consiglio di Sicurezza un progetto di risoluzione sulla Libia che prevede "un embargo totale sulle armi, sanzioni e di affidare al tribunale penale internazionale l'inchiesta per crimini contro l'umanità".

E anche la Nato si sta muovendo. Il segretario generale Aders Fogh Rasmussen ha convocato una riunione d'emergenza e ha fatto sapere che "prima della riunione incontrerò i ministri della Difesa Ue e discuterò con loro su come possiamo aiutare in modo pragmatico coloro che ne hanno bisogno e limitare le conseguenze di questi eventi". Il segretario generale ha precisato che le priorità devono essere l'evacuazione ed eventualmente l'assistenza umanitaria.

Dagli Stati Uniti, la Casa Bianca ha fatto sapere di aver avuto dei colloqui con il presidente francese, Nicholas Sarkozy, e con il premier britannico, David Cameron e nella notte anche con il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. Obama e Berlusconi si sono detti d'accordo sulla necessità di una risposta multilaterale coordinata per garantire da un lato l'adeguata "assistenza umanitaria", dall'altro "i diritti umani fondamentali", perché "il popolo libico ha diritto di determinare il proprio destino".

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