sabato 2 ottobre 2010

Cinema e moda tra peccato e sado-maso, quando l'arte passa per il culto del dolore

Arte, ''qualsiasi forma di attività dell'uomo che ne esalti il talento inventivo e la capacità espressiva''. E, se si accetta l'idea che anche il sesso può diventare una forma d'arte, non sarà così scandaloso prenderlo per buono nelle sue declinazioni, come tipologia di espressione 'artistica', dal feticismo al sado-masochismo.

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Partendo - in questa esplorazione del torbido come motore d'arte - dal mondo del cinema, il pensiero corre a Stanley Kubrick e al suo 'Eyes Wide Shut', in cui il regista racconta 'la coscienza del disorientamento' e denuncia i rituali, rappresentando un sesso disanimato e artificiale. Nella pellicola, infatti, Kubrick analizza la povertà del sesso consumato come ginnastica erotica o come coazione consumistica.

E la moda, ovviamente, non sta a guardare. Così qualche anno dopo gli stilisti Dolce&Gabbana hanno rievocato alcune immagini del film, o comunque tirato in ballo certe atmosfere sado-maso, in una campagna pubblicitaria che vedeva una donna con scarpa con tacco a spillo e microvestito nero tenuta a terra da un uomo oliato che indossava solo i jeans, mentre altri quattro se ne stavano a guardare. Da là, probabilmente, è derivata tutta una serie di lacci, stringhe, morsetti, fibbie e stivaletti che sono poi diventati i temi principali della stagione invernale di quell'anno.

Passando alla musica, tra le muse ispiratrici di questo avvicinamento all'arte grazie al richiamo sado-maso c'è senz'altro Madonna. In alcuni video (uno su tutti, 'Justify my love' con le sue atmosfere in stile 'Il portiere di notte' di Liliana Cavani) ma anche in alcune tournèe, infatti, la popstar ha dato vita a vere e proprie scene dal sapore sado-maso: nel 'Blonde Ambition Tour' del 1990, ad esempio, fece scandalo indossando un corsetto rosa con i seni appuntiti disegnato appositamente per lei da Jean-Paul Gaultier.

E' di questo 2010, inoltre, la notizia-scandalo di una mostra allestita nella prestigiosa galleria d'arte Sezession di Vienna e trasformata in una specie di club con orge e sesso. Secondo quanto riportato dal tabloid 'Oesterreich', la mostra di Christoph Buechel è stata presentata come 'progetto d'arte', frutto della cooperazione fra l'artista svizzero e l' 'Associazione dei nottambuli in cerca di contatti' che ha trasferito il suo 'Swingerclub Element6' per due mesi nel museo. Con un biglietto il cui prezzo oscillava dai 6 ai 42 euro, di giorno era possibile osservare le opere e di notte si poteva entrare nello scantinato della struttura, trasformato per l'occasione in un vero e proprio tempio del sesso.

Il sado-maso diventa poi 'arte' anche nei gioielli di Leonella Foti, stylist italo-francese (nata a Metz) che ha disegnato e creato 'Sado Maso Chic', linea ispirata alle pratiche erotiche più estreme. Ventotto anni, madre calabrese e padre siciliano, la stylist ha deciso di debuttare a Milano con questi preziosi alquanto eccentrici: gioielli che di giorno sono collane o braccialetti mentre di notte si trasformano in manette, guinzagli o collari.

''La linea 'Sado Maso Chic' è nata dalla sofferenza che ho patito per un amore impossibile - spiega la stilista a 'Affaritaliani.it' - il sadomaso non è solo sofferenza fisica, ma pure mentale. Anzi, è soprattutto uno stato mentale. E anche un piacere. Infatti ho battezzato i miei prodotti 'i gioielli del piacere': devono svelare la sensualità della donna e provocare nell'uomo i desideri più pazzi''. Gioielli che, racconta Leonella Foti, ''costano dai 90 ai 190 euro. Ho scelto il metallo e l'alluminio per la loro leggerezza; le pietre sono in semicristallo".

Infine è di quest'anno la mostra collettiva 'Ultra Erotica' alla 'Mondo Bizzarro Gallery', in cui un gruppo di artisti provenienti da diversi Paesi si è ritrovato unito dalla forza primordiale dell'eros. Eccessive, dark e viscerali fino all'estremo, sono state esposte opere di Michael Hussar, Zoe Lacchei, Estevan Oriol, Ken-ichi Murata, Roberto Baldazzini, Dorian X, John Santerineross, Atsushi Tani e Makiko Sugawa. Opere che si sono poste l'obiettivo di svelare il potere positivo di una sessualità rappresentata fuori dall'ordinario.

Presente con la sua arte anche il pittore californiano Michael Hussar, classe 1964, che ha esposto per la prima volta in Italia i dipinti a olio, cupi e dominati da pulsioni d'amore, di peccato, redenzione e morte. Vere e proprie icone contemporanee e decadenti, diventate celebri nel nostro Paese grazie alla copertina del romanzo 'V.M. 18' di Isabella Santacroce.

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