martedì 1 febbraio 2011

Giallo Perugia: Ascoltato un amico: «Sono il fidanzato»


Elisa Benedetti, a destra, con l'amica Vanessa (Photomasi)
Elisa Benedetti, a destra, con l'amica Vanessa (Photomasi)

PERUGIA - Resta per ora misteriosa la fine di Elisa Bendetti, la ragazza trovata priva di vita sabato sera. La mattinata aveva tenuto viva l'attenzione sul fidanzato di Elisa, Alex Pieraccini, una ragazzo di 28 anni che vive a Firenze con i genitori ed è di origini brasiliane. Aveva tentato di prelevare a Firenze con una carta bancomat cointestata a lui e alla ragazza. E per questo bloccato dal sistema bancario già da ieri. E solo verso sera si è chiarita la sua posizione. Alex questa mattina non solo ha tentato di usare il bancomat, ma è fisicamente entrato nella banca fiorentina, una filiale della Cassa di Risparmio di Firenze nei pressi di Porta Romana, per chiedere spiegazioni agli impiegati. A quel punto, è stato dato dagli impiegati della banca l'allarme ai carabinieri

LE INDAGINI - Sono anche emersi nuovi particolari dalle telefonate - in totale un'ora di comunicazione - tra Elisa Benedetti (la ragazza trovata priva di vita dopo un sabato sera all'insegna di alcol e forse droga) e i carabinieri del 112. La ragazza di Città di Castello, 25 anni, una volta finita impantanata nella boscaglia di Civitella Benazzone con la propria auto, durante la chiamata al personale del 112 ha raccontato «sono in mezzo ai rovi» e di essersi messa in cammino seguendo alcune luci per cercare di uscire dal bosco. La ragazza avrebbe attraversato il bosco e avrebbe provato a guadare il piccolo torrente della zona. Elisa Benedetti non avrebbe fatto cenno al fatto di essere inseguita nei boschi. Restano dubbi sul tempo passato prima della sua morte. anche perchè sono scomparsi i cellulari con cui Elisa sabato notte ha chiamato il 112 e anche il 118 chiedendo aiuto perché aveva avuto un incidente con l'auto.

FORSE MORTA PER IL FREDDO - Una ricostruzione che è compatibile con l'ipotesi di un decesso avvenuto per il freddo dopo che la ragazza sarebbe scivolata nel torrente. I motivi che avrebbero spinto Elisa Benedetti a recarsi in quella zona impervia non trovano alcuna spiegazione ufficiale. Il luogo - secondo alcuni abitanti di Civitella Benazzone - è frequentato da coppiette e anche da spacciatori. Non si esclude che Elisa si sia recata in quel posto per un appuntamento. Un testimone, cui la ragazza si era rivolta convinta di essersi persa, avrebbe riferito che la ragazza «gli avrebbe confermato che doveva andare proprio lì». Al vaglio degli inquirenti anche il suo passaggio in uno posteggio di una grande discoteca perugina prima del suo impantanarsi nella boscaglia. Si cerca di capire se in questo posto abbia incontrato o parlato con qualcuno.

AUTOPSIA MERCOLEDI' - Sarà eseguita mercoledì l'autopsia sul corpo di Elisa Benedetti. Gli accertamenti, affidati alla dottoressa Annamaria Verdelli, dovranno stabilire se la ragazza è morta, come ipotizzato dagli inquirenti di freddo, oppure se vi siano state altre cause a provocare il decesso. Sempre mercoledì inoltre, verranno eseguiti gli esami tossicologici perché, stando ad alcune testimonianze raccolte dagli investigatori, la ragazza prima di morire avrebbe anche assunto sostanze stupefacenti oltre ad aver bevuto.

IL PADRE: «MAI STATO MANTENUTO DA MIA FIGLIA» - Al dolore per la perdita della figlia, per il papà di Elisa Benedetti, Osvaldo, c'è anche la rabbia per ciò ha letto su alcuni giornali: «Sono state scritte tante cose false, io per esempio ho sempre lavorato, non sono un mantenuto di mia figlia». «Non è stata violentata - ha aggiunto - ma perchè lo hanno scritto?». «E io - ha continuato il papà di Elisa - ho sempre lavorato, non ho mai chiesto una lira a mia figlia, così come la mia povera moglie. Io Elisa l'ho sempre aiutata».

ACCUSE DELLA FAMIGLIA: RITARDO NEL RITROVAMENTO - C'è un "caso nel caso" che sta prendendo forma dopo la morte di Elisa Benedetti. I familiari della ragazza parlano di un forte ritardo inspiegabile nel ritrovamento del corpo della ragazza «ad un solo chilometro dall'auto» rimasta intrappolata nella boscaglia. Il padre di Elisa è perplesso sulle operazioni, tanto da dire: «Se ne occuperà l'avvocato anche di questo, oltre che di quelle cose scritte che non sono non vere». Mozziconi di frasi che lasciano intendere che «se i soccorsi avessero fatto prima forse Elisa non sarebbe morta dal freddo». Ecco dunque che, anche per questo aspetto, l'autopsia disposta per dalla magistratura risulta essere fondamentale per capire le ragioni della morte e l'orario del decesso della ragazza.


con corriere.it

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