sabato 4 settembre 2010

Calcio: La ricetta della punizione perfetta... Roberto Carlos

Non c'è bisogno di matematica
o fisica. Il calcio da fermo ideale
è quello che entra in rete

Come faccio a dimenticarla? La punizione di Roberto Carlos, quella punizione, mi impressionò, un gesto tecnico sensazionale, da restare a bocca aperta. Ora mi chiedete se sia stata la punizione perfetta, anzi se ne esista una. Fidatevi, esiste, è quella che entra in rete, la punizione vincente. Non c'è bisogno di disturbare matematici e fisici.

Nel calcio il risultato assorbe l'esecuzione, come il contenitore con il contenuto. Pensate che se quella punizione fosse andata fuori di un soffio, o fosse finita sul palo, pensate che se Barthez l'avesse parata ne verrebbe ancora esaltata l'importanza? Dubito che l'avrebbero studiata per analizzarla. La bellezza sta nell'essenzialità: il pallone è entrato, non importa come, se con un effetto particolare o perché è stato calciato forte, all'incrocio dei pali o sul palo interno, spiazzando o no il portiere. Tutti particolari. Anche perché con i palloni di adesso si sono moltiplicati i modi di calciare: se colpisco bene, in un certo modo, imprimo subito una traiettoria particolare.

Dunque, se la perfezione è il risultato, come faccio a raggiungerla? Alla base di tutto c'è il talento, una sorta di perfezione inconsapevole, legata alle capacità tecniche e mentali di chi calcia. La testa è importante, ci sono una serie di dati da analizzare e c'è una decisione da prendere, in poco tempo. Devi valutare la posizione in cui ti trovi, quella della palla e del portiere tra i pali, studiare la collocazione della barriera e dei compagni. È chiaro che da 30 metri difficilmente tenterai un tiro a giro: niente di matematico, semmai un po' di filosofia. E gli allenamenti? Incidono sulle percentuali di successo, più ti eserciti più sono alte, ma gli allenamenti non sopperiscono al talento.

All'inizio della mia carriera, segnavo quasi esclusivamente tra i 16 e i 22 metri. Con il passare del tempo ho allungato le distanze e variato i modi di calciare, anche a seconda delle condizioni climatiche e del terreno. Ho una mia posizione ideale, diciamo tre passi a sinistra dal centroporta. E quando riesco a far gol sento di aver raggiunto la perfezione, la massima efficienza.

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