venerdì 3 settembre 2010

Musica: Snoop Dogg e gli altri: quando le star diventano esche per le truffe online

Il rapper americano lancia una campagna contro
il cybercrimine: «Anche io sono una vittima»

I trucchi utilizzati per carpire i dati privati degli utenti

NEW YORK - Il boss del "gangsta rap" viene dalla strada, si è fatto le ossa in galera e poi ha conquistato l'America col suo hip hop a base di sesso, droga e violenza. Non certo un paladino della giustizia, insomma. Eppure, Snoop Dogg ha deciso di prestare la sua faccia e il suo nome per una campagna di "sensibilizzazione" contro i cybercriminali. «Non li tollero più» dice. Il motivo? «Hanno hackerato il mio account e-mail, mi hanno scippato i dati della carta di credito e hanno rubato le mie canzoni» racconta il rapper americano a bordo del Norton Security BLK MKT Truck parcheggiato al Bryant Park di New York. «Come se non bastasse – aggiunge – continuano a creare siti fake (fasulli) con il mio nome per imbrogliare i fan. È una cosa che non posso sopportare. Bisogna fare qualcosa». Parole fin troppo sensate da parte di un artista che non è mai stato un esempio di rettitudine, e che ha frequentato postacci ben più malfamati rispetto alla Rete? Forse. Però non deve essere piacevole, per uno come lui, scoprire che qualche "canaglia del web" sta utilizzando il tuo nome e il tuo lavoro senza permesso, e per scopi illegali.

ESCHE IN RETE - Disavventure personali a parte, infatti, Snoop Dogg- collezionista di dischi di platino e ospite dell'ultimo video di Katy Perry, "California Gurls" – è una delle tante celebrità utilizzate dai truffatori della Rete come esche per carpire agli utenti dati privati. «I personaggi famosi - spiega Dave Cole, uno dei responsabili di Symantec (l'azienda di software e servizi per la sicurezza che ha promosso l'iniziativa "Hack is Wack") – sono tutti presenti sul Web e rappresentano un obiettivo molto allettante per i cybercriminali. Attraverso l'utilizzo di siti o notizie fasulli, infatti, è possibile indurre gli utenti a scaricare software maligni (malware) o a fornire informazioni importanti come le proprie password o il numero della carta di credito».

Beyoncé, una delle artiste usate come 'esca' attraverso messaggi che riportano la falsa notizia della sua morte
Beyoncé, una delle artiste usate come "esca" attraverso messaggi che riportano la falsa notizia della sua morte
MAIL CHOC - Sui forum degli appassionati di musica, di spettacolo o semplicemente di gossip girano a volte strane domande sulla morte improvvisa di qualche vip. Se ne trovano anche su Snoop Dogg: «È vero che l'hanno ucciso?». No, non è vero per niente. Si tratta di spam, e della peggior specie: migliaia di messaggi identici, e in questo caso fraudolenti, spediti tramite posta elettronica. I navigatori meno accorti, distratti dalla notizia choc ("Beyoncé è morta: clicca qui per saperne di più"), finiscono per aprire indirizzi web o allegati pericolosi. Ci sono decine di esempi: Brad Pitt, Jennifer Lopez, Cameron Diaz, Johnny Depp, David Beckham, Miley Cirus, Gwen Stefani, Jennifer Aniston, Nicole Kidman, Tiger Woods, Ronaldinho. Tutti morti dopo uno schianto aereo o in un incidente d'auto, secondo i criminali informatici: il messaggio è infatti quasi sempre lo stesso, cambia solo il personaggio coinvolto. «Scorrendo la mia cartella spam – ha scritto Gary Warner sul blog "Cybercrime" – oggi è un giorno terribile» per lo show business. Per fortuna, invece, si tratta solo di un'ondata di notizie false. Roba da non credere.

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