sabato 25 settembre 2010

Politica: Avvocato, casa An non è di Giancarlo Tulliani L'avvocato Ellero, ex senatore della Lega Nord, sostiene: abitazione è di un mio cliente

''La casa di Montecarlo è di un mio cliente, e non di Giancarlo Tulliani''. Lo afferma ai microfoni di CNRmedia l'avvocato vicentino Renato Ellero, ex senatore della Lega Nord.

''Non è mio cliente l'onorevole Fini, né Elisabetta Tulliani, né il fratello Giancarlo'', spiega l'avvocato Ellero, che prosegue: ''Ho conosciuto il presidente della Camera quando facevo politica, ma non lo vedo da tanti anni''. ''Posso dire che il mio cliente non risiede in Italia'' spiega il legale, aggiungendo che si tratta di una persona abbastanza facoltosa da poter comperare ''non solo l'appartamento al valore che gli viene attribuito da 'Libero' o 'il Giornale', ma tutto il palazzo''. L'audio dell'intervista è disponibile sul sito internet di CnrMedia.

''Non e' interesse mio ne' del mio cliente intervenire nella politica italiana; dare ragione a Fini o a Berlusconi. In questo campo noi non entriamo''. L'avvocato vicentino Renato Ellero, ex senatore della Lega, vuole mettere ben in chiaro che non c'e' di mezzo la politica nella decisione di rendere noto che la casa di Montecarlo non e' di Giancarlo Tulliani ma di un suo facoltoso cliente. Il legale ha detto che il proprietario non e' veneto e che allo stato non ha nessuna intenzione ne' di apparire ne' di divulgare i documenti comprovanti quanto sostiene. ''La questione - spiega Ellero - e' con il governo di Santa Lucia''. In sostanza, a livello di ipotesi fatta dallo stesso legale, il proprietario potrebbe essere irritato, al di la' della questione del documento, dal fatto che dal piccolo Stato caraibico sarebbero uscite notizie riservate.

di Alessandra Chini

ROMA - Il presidente della Camera Gianfranco Fini passa al contrattacco e prepara un videomessaggio per raccontare la sua verita' sulla vicenda della casa di Montecarlo. Una decisione presa, nonostante si fosse ripromesso di intervenire solo dopo la fine delle indagini, per il montare della bufera sulla vicenda che sta assumendo ormai risvolti non piu' solo mediatici, ma politici che rischiano addirittura di influenzare l'inchiesta. La scelta di dire la sua e di provare a mettere un punto sulla questione viene addirittura rafforzata dal briefing serale nel quale il governo di S.Lucia conferma l'autenticita' del documento che dimostrerebbe che la casa in Boulevard Princesse Charlotte sarebbe di proprieta' di Giancarlo Tulliani. E dopo la quale dal Pdl scattano le richieste a Fini di ''assunzione di responsabilita'''.

Oggi, in mattinata, dunque, registrera' un video-messaggio che sara' trasmesso sui siti di 'Generazione Italia', del 'Secolo d'Italia' e di 'Libertiamo'. Un j'accuse contro la ''campagna di disinformazione'' e di veleni di questi mesi nel quale potrebbe riprendere alcuni degli interrogativi sulla vicenda comparsi nei giorni scorsi sul 'Secolo': dai rapporti del premier Berlusconi con l'ex primo ministro di Santa Lucia alla presenza di agenti dei servizi e della Guardia di finanza sull'isola. Il presidente dovrebbe, pero', affrontare anche temi di piu' ampio respiro. Oggi e' tornato a insistere su diversi punti che aveva toccato anche nel discorso di Mirabello, dalla necessita' di fare le riforme a quella di cambiare la legge elettorale assicurando anche che dopo il discorso di Berlusconi ''sara' tutto piu' chiaro''.

La contromossa di Fini, d'altra parte, era nell'aria. In mattinata uno dei fedelissimi, Carmelo Briguglio, aveva ipotizzato una conferenza stampa del primo inquilino di Montecitorio per portare alla luce ''ulteriori elementi'' che ''mettano fine a una campagna ossessiva fatta dalla stampa vicinissima o controllata dal premier''. D'altra parte i 'finiani' di stretta osservanza, continuano a definire ''una patacca'' tutta la storia della casa monegasca. Il capogruppo di Fli alla Camera Bocchino, anche dopo la presa di posizione del ministro della Giustizia di S.Lucia Francis, ribadisce l'idea che dietro a quei documenti ci sia un dossieraggio confezionato ad arte. Nessun dubbio sui servizi segreti, dice, ma ''c'e' sempre stato qualche pezzetto deviato che fa il doppio lavoro''.

Non solo. Il capogruppo di Fli fa sapere, a proposito di Valter Lavitola, citato ad 'Annozero' come possibile autore della ''patacca'', che al momento della scelta delle candidature ''ci fu raccomandato da Berlusconi perche' insieme a Sica lo aveva molto aiutato nell'operazione della caduta del governo Prodi''. Parole che ''si smentiscono da sole'' secondo il coordinamento nazionale del Pdl visto che Lavitola non e' entrato in alcuna lista. In ogni caso, attacca l'avvocato del premier e deputato del Pdl Niccolo' Ghedini qualsiasi ipotesi di coinvolgimento di Berlusconi nelle operazioni di dossieraggio e' ''infondato, pretestuoso e diffamatorio''. Insomma, alla vigilia del videomessaggio di Fini la tensione Pdl-Fli resta alle stelle.
DA S. LUCIA, LETTERA E' VERA; E' BUFERA SU FINI - Cresce da parte della maggioranza, ma anche dall'opposizione il pressing su Gianfranco Fini dopo il colpo di scena della conferma venuta dal governo di Santa Lucia che la lettera, in cui si indica in Giancarlo Tulliani il titolare della societa' off shore proprietaria della casa di Montecarlo, e' vera. E cresce l'attesa su quello che il presidente della Camera affidera' oggi alla rete con un video-messaggio per dire ''la sua verita'''.

Come preannunciato prima della conferma caraibica. ''Se Fini e' stato imbrogliato dal cognato lo dica''' incalza Vittorio Feltri in serata. ''E' arrivato il momento che dica la verita' - ha detto - e io gli do' un consiglio. E' molto meglio fare la figura dei pirla anziche' dei ladri per cui se Fini e' stato imbrogliato dal cognato lo dica. Puo' succedere. Succede anche nelle migliori famiglie, figuriamoci in quella di Fini''. E mentre Francesco Storace dice di attendersi domani da Fini delle ''videodimissioni'' anche da Pier Luigi Bersani arriva la sollecitazione a ''chiarire'' la vicenda. Antonio Lavitola, direttore de L'Avanti accusato da Italo Bocchino di essere colui che ha confezionato la 'patacca' sulla casa di Montecarlo, ha incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli, e informato all'uscita dai cronisti della conferma venuta dai Caraibi sull'autenticita' della missiva non manca di esprimere la sua soddisfazione (''Bello, allora non e' una patacca''). A confermare l'autenticita' della missiva dunque e' stato in un breve breafing il ministro caraibico Francis che, subito, scatena le reazioni della politica: ''Ho deciso di scriverla al primo ministro per informarlo su una vicenda che rischiava di danneggiare l'economia dell'isola'', ha detto il ministro confermando quando scritto dal Fatto Quotidiano. L'attenzione dei giornalisti italiani e, pare, la presenza dei servizi segreti, ha spiegato, stava danneggiando la reputazione della piccola isola che vive della sua riservatezza sulle vicende fiscali dei clienti. Dubbi su come la notizia sia arrivata in Italia: ''Il nostro sistema di comunicazione ha dimostrato una chiara vulnerabilita'''.

Francis ha spiegato che i risultati dell'indagine preliminare su due societa' off shore, la Timara e la Primntemps, sono stati inviati, come ''Confidencial memo'' al Primo Ministro dell'Isola ma che il tutto e' stato pubblicato da due quotidiani domenicani. ''Non so come la lettera che ho scritto al primo ministro sia finita nelle mani dei giornalisti che l'hanno pubblicata'', ha sostenuto Francis davanti ai tre inviati della stampa italiana che adesso, spera il governo, non avranno piu' ragioni di restare a Santa Lucia, ha concluso il ministro.

Il Pdl attacca: ''se i finiani hanno senso di dignita' civile e politica - dice Daniele Capezzone - devono scusarsi con tutti gli italiani (che invano hanno atteso spiegazioni per mesi), oltre che con gli organi di stampa che hanno posto domande fondate e legittime, ottenendo insulti e intimidazioni. Ora e' il momento delle assunzioni di responsabilita', senza ulteriori cortine fumogene''. 'Le bufale - incalza Anna Bertolini - erano di Bocchino e di Annozero''. Per Ignazio La Russa ''il chiarimento'' da parte di Fini ''deve essere chiaro e definitivo''. Secondo Maurizio Gasparri ''il presidente della Camera farebbe meglio a farsi intervistare dai giornalisti invece di limitarsi di fare un video. Faccia come ha fatto Verdini su cose ben piu' complesse che nei mesi scorsi e financo pochi giorni fa in televisone ha affrontato plotoni di giornalisti a viso aperto''.

A serrare le fila tra i finiani ci pensa Italo Bocchino secondo il quale ''nel video di oggi Fini, che non e' uno sprovveduto ne' un kamikaze, ribadira' che la proprieta' della casa di Montecarlo non e' riconducibile a Giancarlo Tulliani e spieghera' che c'e stato in queste settimane un attacco mediatico contro di lui solo perche' si e' messo contro Berlusconi''. Dal Pd per Pier Luigi Bersani ''questa vicenda delle case delle ville, questi scontri, dossier, appartengono al degrado della politica a cui il centrodestra ci ha portati''. Sulla vicenda, oltre a Feltri, intervengono altri due direttori: dal ''Fatto Quotidiano'' Antonio Padellaro ora si attende che da Santa Lucia arrivinio le prove di quanto affermato dal ministro Francis. Maurizio Belpietro, direttore di ''Libero'' ha invece invitato Fini a ''convocare una conferenza stampa per dire quello che sa''.

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